Questo è un libro che merita un’attenzione particolare. In Piccolo amore di papà c’è molto di più di un racconto, di un romanzo, di un’autobiografia. Qui c’è il coraggio dell’autrice Julia Latchem-Smith che ha voluto mettere nero su bianco per raccontare particolari e fatti che la mente umana si rifiuta persino di pensare. La storia vera e drammatica di una bambina costretta a subire il più crudele degli abusi.
Per chiunque la guardi dall’esterno, la famiglia di Julia è il ritratto della rispettabilità: di ceto medio, onesta, amorevole. Ma cambiando prospettiva le cose appaiono ben diverse.
La madre, ossessionata da vere e proprie manie domestiche, impone a tutta la famiglia regole assurde e sembra più felice quando non ha i figli tra i piedi a compromettere l’immacolato ordine della sua casa. Il padre, dal canto suo, è fin troppo affettuoso, al punto da riservare a Julia attenzioni molto “particolari”.
Tra gli otto e i tredici anni, la bambina è costretta a subire abusi sessuali dalla persona che ama di più al mondo. Per due volte Julia trova il coraggio di rivelare quello che le sta accadendo, ma in entrambe le occasioni viene convinta a ritirare le accuse, passando per una piccola bugiarda in cerca di attenzioni. A distanza di anni, dopo essersi sposata e aver cresciuto due figlie, Julia trova finalmente il coraggio di denunciare suo padre. Ma questo difficile passo sarà solo il primo di un lungo e tormentato percorso che, coinvolgendo tutta la famiglia, porterà Julia a confrontarsi con gli orrori della sua infanzia per potersi finalmente liberare dai fantasmi del passato.
“La sera invitavo papà in camera mia per giocare, e lo incoraggiavo persino a farmi delle cose. Ora mi rendo conto che questo è il modo in cui i pedofili ammaestrano la loro preda, creando un clima di confidenza e una sensazione di sicurezza. Di falsa sicurezza, ovviamente. Grazie al mio silenzio e alla mia complicità, papà acquisì maggiore fiducia in se stesso. Cominciò a chiacchierare con me nel corso di questi ‘incontri’. Dopo diverse settimane durante le quali non avevo detto niente alla mamma, immagino fosse giunto alla conclusione che sarebbe stato davvero il nostro piccolo segreto e quindi si diede da fare per rassicurarmi sul fatto che quello che stava accadendo era perfettamente normale.”