Venerdì 10 Maggio 2024 - Anno XXII

Barolo attende il museo del vino

In corso i lavori che daranno alle Langhe la prima esposizione permanente, storica e multimediale, sulla vite e l’enologia. Il progetto è di François Confino, scenografo del museo nazionale del cinema di Torino

Barolo
Barolo

Il Piemonte avrà il suo museo del vino. Sarà a Barolo, in provincia di Cuneo, nel castello duecentesco della famiglia Falletti, ora di proprietà del comune e aprirà, stando alle previsioni, a giugno 2009. Nell’edificio, che già fa parte del circuito dei castelli delle Langhe e del Roero e ospita l’Enoteca regionale del Barolo, i lavori sono attualmente in corso: l’esposizione si estenderà lungo cinque piani, due dei quali ai piani interrati e comprenderà una selezione di oggetti storici e apparati multimediali. Il progetto sembra studiato con un doppio obiettivo, accrescere il flusso di visitatori nei castelli storici piemontesi e sviluppare l’area di mercato del turismo enogastronomico.
Promette bene anche il contesto in cui si trova il museo: il territorio delle uve per il vino Barolo e il castello che vide nascere questo vino per opera di Juliette Colbert, ultima marchesa Falletti. Daniele Manzone, presidente del Comitato per la valorizzazione dei castelli delle Langhe e del Roero, spiega: “Lo studio di fattibilità ha stimato una media di 120/150 mila visitatori al giorno. Sarà uno dei migliori musei del suo genere, di grande impatto”. Le intenzioni ci sono tutte: a realizzare la scenografia è stato chiamato François Confino, noto in Piemonte per aver curato l’allestimento della Mole Antonelliana di Torino a museo nazionale del cinema.

Esperienze interattive tra gioco e apprendimento

Sala de
Sala de “Il banchetto dell’armonia”

Stando al progetto, a Barolo il museo dovrà avere un aspetto molto diverso rispetto alla tradizionale sfilata di bacheche e targhette: “La società ha adottato una concezione museografica nuova, attuale. La missione è quella di informare, educare, divertire, offrendo al visitatore un’esperienza. Basti pensare che il museo nazionale del cinema di Torino è uno dei più visitati d’Italia”, continua Manzone.
Un esempio è il “collegio Barolo” al primo piano interrato: sarà ricostruita una vera e propria aula scolastica, con banchi e sedie. In classe “un maestro virtuale insegnerà le fasi di lavorazione del vino, dalla vendemmia alla conservazione in cantina, utilizzando e mostrando gli attrezzi enologici esposti alle pareti”, dice Manzone. Fra gli oggetti si troveranno botti, torchi, utensili agricoli per la coltivazione della vite, carri per il trasporto del vino. Il focus però sembra spostato sulle esperienze interattive: “dopo la lezione, il visitatore verrà interrogato, dovrà eseguire i compiti e riceverà una pagella”, continua Manzone. Approccio analogo, tra il ludico e il didattico, per i giochi che in sala degustazioni “aiuteranno a imparare a scoprire i profumi e i colori del vino”, osserva Manzone.

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Il vino nei secoli

Sala de
Sala de “Il bar delle divinità”

Scenografia studiata anche per la sezione “Il vino nella storia e nelle arti”, al secondo piano, che prevede un affresco esplicativo lungo 22 metri. “Dietro al museo c’è un grande lavoro di ricerca storica”, sottolinea Manzone. “L’affresco è stato pensato per raccontare la storia della vite e del vino nel mondo, dalle civiltà antiche in Mesopotamia e Egitto, passando poi per la cultura etrusca e romana”. Sarà illustrata anche la storia del vino in Piemonte e si parlerà delle origini del Barolo, documentato, per la prima volta, nel 1751. Tra oggetti reali e immagini virtuali si potrà osservare come pittura, musica, letteratura, cinema hanno interpretato il tema del vino.
I nobili proprietari del castello verranno ricordati nel primo piano: la sezione già allestita nel precedente percorso di visita, con gli arredi storici dei Falletti, sarà integrata con ulteriori apparati scenici. La visita si conclude al secondo piano interrato, le vecchie cantine, oggi sede dell’Enoteca regionale del Barolo.

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