Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Maremma, le città del tufo

Balaustrate di tufo. Cittadelle che paiono eterne, nonostante il tufo sia una roccia friabile. Strapiombi, dirupi, ovunque panorami forti, che esercitano una violenta attrazione anche sui più assidui frequentatori della ‘regione più bella del mondo’

Attorno alle “vie cave”, fauna e flora in abbondanza

Strettoie lungo le vie cave
Strettoie lungo le vie cave

Canyon nel tufo, le cosiddette “vie cave” formavano il tessuto connettivo (e difensivo) tra gli importanti centri etruschi di Sovana, Pitigliano e Sorano e le loro necropoli, scavate a propria volta in questa roccia derivata dalla lava di antiche eruzioni, in un territorio un tempo costellato di vulcani. Luoghi dove si leggono i segni della storia etrusca, romana, medievale e la continuità con il passato è palese. Strette e alte, le vie cave sono immerse nella fitta vegetazione che a tratti le copre occultando la luce; nascoste, umide, con le tombe scavate anche a altezze impensabili. Cerri, pioppi, castagni, querce, lecci, aceri, frassini, un ricco sottobosco, piante officinali come la rosa canina, il fiordaliso, il mentastro, la malva, e in primavera un tappeto di primule. Molte specie animali selvatiche quali la lontra, il lupo, il gatto selvatico, la faina, la donnola, la puzzola oltre al cinghiale, il capriolo, la volpe e moltissime specie di avifauna, compresi i rapaci: ecco la cornice naturale di un’opera umana memorabile.

Canyon e necropoli nel tufo

La Tomba della Sirena
La Tomba della Sirena

Da Pitigliano si può raggiungere Sovana per la via Cava di Poggio Cani, che oltrepassa il fiume Lente, quindi per la via cava di San Giuseppe, in un percorso di circa cinque chilometri (che richiede un paio d’ore di cammino) che seguono anche i bambini delle scuole locali. Noi percorriamo a Sovana una delle più ampie vie cave del territorio, il Cavone, più volte allargata nel corso del tempo (usata ora anche dai veicoli) con tombe a camera incassate nelle sue erte pareti. Tra le principali sepolture dell’ampia e straordinaria necropoli di Sovana (all’interno del Parco Archeologico Città del Tufo, che comprende diverse necropoli) la Tomba di Ildebranda, che deriva il nome da papa Gregorio VII, Ildebrando di Sovana e risale alla fine del III secolo a.C. Completamente scavata nella roccia, riproduce un tempio etrusco con un porticato a colonne scanalate sul fronte: all’interno un lungo dromos conduce alla camera funeraria. Altre testimonianze di rilievo sono la tomba del Tifone, tra le sepolture meglio conservate, con una facciata monumentale del III secolo a.C. che deriverebbe il nome dalla testa di tifone che la sovrasta e la Tomba della Sirena, anch’essa del III secolo a.C., a forma di tempietto che prende il nome da un bassorilievo della Sirena a due code. Sul fondo della nicchia un’incisione riporta il nome del defunto: Vel Nulina, Nulina figlio di Vel.

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Parco Archeologico e tombe etrusche

Poggio Buco
Poggio Buco

Nelle vicinanze, molto suggestiva, la via cava di San Sebastiano (dal nome della chiesetta sconsacrata situata alla sua base di partenza) che sale nel verde, altissima e stretta. Anche la via cava di San Rocco a Sorano merita, così come molti altri affascinanti sentieri nei boschi che si percorrono per raggiungere le tombe; le visite piacciono molto (anche) ai bambini, che entrano in tutti gli anfratti. Per i ragazzi, a Pitigliano, da vedere il Parco archeologico Alberto Manzi, che propone un percorso didattico all’aperto con ricostruzioni delle etrusche città dei vivi e città dei morti. Tra le numerose necropoli della zona pitiglianese, da vedere quella di Poggio Buco, il maggior centro etrusco sul Fiora, che ha restituito resti della città antica e una notevole varietà di tombe quali la rupestre, monumentale Tomba della Regina. A pochi chilometri da Sorano, nei pressi di San Quirico, interessante il grande insediamento rupestre di Vitozza, con una notevole quantità di grotte usate come abitazioni già in epoche preistoriche e fino al tardo XVIII secolo.

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