Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Maremma, le città del tufo

Balaustrate di tufo. Cittadelle che paiono eterne, nonostante il tufo sia una roccia friabile. Strapiombi, dirupi, ovunque panorami forti, che esercitano una violenta attrazione anche sui più assidui frequentatori della ‘regione più bella del mondo’

Sovana, la città di Ildebrando

Sovana (Archivio fotografico APT Maremma)
Sovana (Archivio fotografico APT Maremma)

Pici all’agliata con sugo rosso e aglio, pappardelle al cinghiale al profumo di timo e alloro, filetto di maiale con mela caramellata, acquacotta, pappa al pomodoro, ribollita, i classici crostini, l’abituale pane senza sale, inaffiati da un fresco e delicato Bianco di Pitigliano, a pochi passi dalla piazza centrale (del Pretorio) di Sovana si delizia il palato (da “Scilla” che d’inverno propone il buglione, spezzatino d’agnello). In piazza del Pretorio si concentrano i pochi edifici conservatisi di quello che, già centro etrusco e romano, conobbe l’epoca di gloria nei secoli IX-XI, quando le diede notorietà il nativo Ildebrando di Soana, nominato papa Gregorio VII nel 1073; i palazzi Pretorio, dell’Archivio e Bourbon del Monte e la trecentesca chiesa di Santa Maria, che custodisce un notevole ciborio pre-romanico. Da vedere anche, decentrata rispetto al cuore del paese, la cattedrale di antica origine (VII-VIII secolo),eretta presumibilmente all’epoca di Gregorio VII e rimaneggiata fino al XIV secolo: i capitelli ornati di bassorilievi, la cripta risalente all’VIII secolo. Due strade, i resti della Rocca degli Aldobrandeschi e niente più delle antiche chiese, palazzi, piazze, fortezze del borgo che, trascurato per secoli, saccheggiato ripetutamente in età tardo medievale, flagellato dalla malaria, fu riscoperto dagli archeologi nell’Ottocento. Oggi accoglie una sorta di albergo diffuso (Scilla Hotel, accolto nei due palazzi del Pretorio e dell’Archivio).

Sorano, la fortezza inviolata

Veduta di Sorano
Veduta di Sorano

“Immaginate il soldato con il suo archibugio – dice la guida rivolgendosi ai bambini, mentre ci accompagna nell’interessante visita della fortezza di Sorano – spara, esce fumo velenoso, le feritoie all’interno convogliavano il fumo verso i pozzi di aerazione: in questo modo si poteva sparare anche dall’interno; le feritoie interne servivano anche per comunicare, era un sistema sofisticato. Questa è una fortezza inviolata, nessuno riuscì a conquistarla; lo spessore delle sue mura in alcuni punti è di sei, sette metri.”
Ecco palesata, semplicemente, l’antica vocazione militare del borgo, difeso su tre lati dal fiume Lente e nel corso dei secoli dalle sempre nuove fortificazioni della cittadella, attaccata a più riprese, e presa di mira da Siena e Orvieto, che assunse il suo aspetto definitivo sotto gli Orsini, nel Cinquecento. Bellissima la fortezza degli Orsini, autorevole e severa (più suadente il suggestivo Hotel della Fortezza, ricavato in una parte della struttura fortificata, con splendidi scorci sulla valle) possente testimonianza di architettura militare rinascimentale, nonché monumento più interessante del suggestivo borgo medievale. Non l’unico.
Tra gli edifici del paese, notevole e particolare il Masso Leopoldino, poderosa fortezza settecentesca a dominio della valle del fiume Lente eretta alla sommità di un enorme masso tufaceo sul quale si dispone il paese; un labirinto di strette vie e scalinate oggetto di interventi di restauro ancora in corso.

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Notizie utili

Agenzia per il Turismo della Maremma

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fax 0564 454606
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