Giovedì 21 Novembre 2024 - Anno XXII

Miniguida dei 192 Paesi membri dell’ONU: Svezia-Swaziland

25ª puntata della presentazione, in pillole, tra storia, geografia, turismo e gossip degli Stati che fanno parte dell’Organizzazione delle Nazioni Unite

Stoccolma
Stoccolma

Svezia – Gli italiani cominciarono a sapere dov’era la Svezia (in precedenza era genericamente soltanto un posto abitato dai Vichinghi) grazie al Trio Gre-No-Li (Gran, Nordahl, Liedholm) che nel secondo dopoguerra diede gloria calcistica al Milan (ma anche quel matto non meno che “semper ciuch”, sempre ubriaco, del nerazzurro Nacka Skoglund fu giocatore di classe eccelsa). Dopodiché quel bel Paese scandinavo (meno di dieci milioni di biondi/e viventi in uno spazio ricco di magnifici panorami ecologici e grande una volta e mezzo l’Italia) verso la fine degli anni Cinquanta fu invaso da torme di alluppati giovinastri italici (tra loro, assatanatissimo, lo scrivente) venuti a sapere che là le ragazze la davano via che era un piacere (inflazionatissima la storia della ragazza che ti portava a dormire a casa sua e dei di lei genitori che il mattino dopo venivano in camera a servirti la colazione a letto). A rafforzare tanto ardite bramosie sessuali (e il bello è che tutto corrispondeva al vero – tranne la succitata balla del breakfast portato nel talamo dai parasuoceri – datosi che colà, grazie soprattutto, per l’assenza di collegi delle Orsoline, le “Svenska Flickor” mica erano possedute dai tanti problemi inculcati nel Belpaese nelle nostrane educande) a spingere con vieppiù foga l’italica gioventù verso il nordico Bengodi del Piacere contribuì poi anche il film “Ha ballato una sola estate”. Giunse infatti voce che nella versione originale (ovviamente totalmente godibile in un Paese civile qual era la Svezia) la protagonista (un’adorabile Ulla Jacobsson, regista Arne Mattsson) ballava con le tette fuori per ben 3 minuti e 36 secondi, una durata ben 18 volte superiore ai 12 secondi di tette concessi, post taglio, dalla italica censura democristiana.

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Giovani a Göteborg (Foto: Henrik Trygg/imagebank.sweden.se)
Giovani a Göteborg (Foto: Henrik Trygg/imagebank.sweden.se)

Passati un po’ di anni, in Svezia si inaridì la scuola calcistica (inciso: Ibrahimovic l’è minga svedese, nascendo da un bosniaco e una croata) eppertanto scemò il traffico balompedico nord-sud. Nel frattempo – pronubi il caliente ardore latino e l’affievolimento delle bacchettoniche regole diccì – le figlie delle nostrane educande delle Orsoline avevano imparato alla perfezione le arti del Piacere, a tal livello che per certo avrebbe fatto arrossire quelle “Svenska Flickor” che, una generazione prima, avevano innocentemente condotto a letto (ma senza breakfast) i loro papà. E fu così che adesso in Svezia ci vanno soltanto viaggiatori intelligenti, a constatare quanto è vero il detto “poca brigata vita beata”. Si urli ordunque con entusiasmo “Eja Eja Sverige!” (e chi ama il Tennis vada in luglio al torneo di Baastad: a parte il cuccare, si ammira quanto gli Svedesi siano snob – il giusto – e sappiano esibire una – accettabile – puzzetta sotto il naso se il discorso “va a parare” sugli altri scandinavi).

Berna
Berna

Svizzera – Stato alla periferia di Como, città dalle banche stranamente poco frequentate. Per qualche misteriosa ragione (forse le eccessive fregature di Bond argentini e Parmalat rifilati dai bancari del Belpaese alla propria clientela) invece di passare dalla banca sottocasa i comaschi (e pure qualche altro loro connazionale, isole comprese) per andare a fare i versamenti affrontano infatti lunghe code a Ponte Chiasso per raggiungere la patria di Gugliem Hotel (che nonostante le apparenze non è una catena alberghiera tipo l’Hilton). Mah. Un tempo in Svizzera facevano gli orologi, la cioccolata e gli albergatori. Adesso in Svizzera fanno gli orologi, la cioccolata e gli albergatori (forse perché continuano a farlo bene). L’ala più radicale dell’estremismo “machista” italiano insiste nel dichiarare che gli svizzeri fanno l’amore solo il sabato sera. Strano, perché la tivù svizzera è noiosa anche nel resto della settimana. Curiosità linguistica: nel Canton Ticino quelli di Lugano parlano il milanese, a Milano parlano il napoletano. Consiglio turistico: chi va in un Casinò svizzero stia attento alla Boule. Trattasi di una palla di gomma che gira dentro un quadrante circolare di legno con 9 buche: alla fine entra in una di quelle concavità e il vincitore è fottuto in quantoché gli viene riconosciuta una vincita che corrisponde sì e no a 5 o 6 volte la posta (appetto a 1 probabilità su 9) da cui un prelievo per il banco assolutamente mostruoso, roba da Sacra Corona Unita o Clan dei Casalesi.

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