La mostra di inaugurazione
L’apertura di Punta della Dogana darà alla François Pinault Foundation ben due sedi nella Serenissima. Il nuovo centro punterà molto sulle aree dedicate all’esposizione permanente. La mostra di inaugurazione presenterà però i due spazi in soluzione di continuità: la rassegna si dividerà tra palazzo Grassi e Punta della Dogana proponendo un unico percorso artistico. Una metafora ha guidato le scelta dell’allestimento: palazzo Grassi ospiterà le opere che testimoniano un’indagine artistica più intima, la Dogana proporrà i lavori che tradiscono l’apertura verso il mondo esterno. L’esposizione aprirà il 6 giugno, sarà curata da Alison Gingeras e Francesco Bonami e presenterà autori di più generazioni.
Pinault raddoppia
François Pinault, che ha ottenuto in concessione per un periodo di trent’anni la Punta della Dogana, sostiene per intero il restauro dell’edificio. I lavori, che costerebbero, stando alle ultime previsioni, più di 25 milioni di euro, daranno a Venezia la terza grande raccolta privata d’arte contemporanea aperta al pubblico. La prima è la storica collezione Guggenheim, vera e propria icona per la Serenissima, che ha perso la gara per la concessione, da parte del comune di Venezia, della Punta della Dogana nel 2007. La seconda è palazzo Grassi ed è stata riaperta nel 2006 con la nuova gestione Pinault: anche in questo caso l’imprenditore e collezionista francese aveva affidato i lavori di riadattamento a Tadao Ando. Palazzo Grassi è da allora destinato a mostre temporanee e all’esposizione di parte della raccolta Pinault, che, in tutto, comprende circa 2500 opere.
Il centro d’arte contemporanea Punta della Dogana, a Venezia, aprirà sabato 6 giugno 2009. Il restauro dell’edificio tra la Giudecca e il canal Grande, affidato a Tadao Ando, sarà terminato per l’inizio dell’estate e ospiterà la prima esposizione, un’antologica di opere della François Pinault Foundation. Il complesso avrà al suo interno una superficie espositiva di circa 4 mila metri quadri. La Punta della Dogana sarà restaurata salvaguardando la struttura di origine seicentesca, è stato annunciato, ma con alcune modifiche necessarie a ospitare opere contemporanee, come installazioni e lavori di grandi dimensioni. Alla storica struttura a navate – l’edificio era stato eretto come luogo di transito doganale – si aggiungerà uno spazio a forma di cubo in calcestruzzo, “firma” dell’opera dell’architetto giapponese Tadao Ando.