La mia Africa ci raccontò il continente nero, la bellezza struggente del paesaggio e il destino tragico di gran parte del suo popolo, attraverso gli occhi e il cuore di una donna bianca: Karen Blixen. Il mio cuore riposava sul suo è una bellissima variazione sul tema.
Il Kenya però non è più quello rappresentato nel film diretto da Sydney Pollack nei cui cieli volavano innamorati Meryl Streep e Robert Redford. Più che la savana con gli animali selvatici, oggi contano gli slums con le bande di ragazzi affamati e i malati di Aids. Anna è un’inviata speciale. Beve molto, ha un caratteraccio, vive pericolosamente, ma ha un cuore grande che può contenere l’amore per due uomini, quello per l’Africa e quello straordinario e salvifico per Mercy, la sua donna di servizio nera, che diverrà amica e maestra di vita.
I due uomini che ama, Nick e Michael, non potrebbero essere più diversi tra loro. Nick è un dandy inglese che vive ancora la vita spensierata dei tempi coloniali. Michael è un reporter di guerra americano generoso e impulsivo. Mercy è una donna fenomenale. Corpulenta, vestita con pantaloni in finta pelle e una stringata canotta rosa, esce ogni mattina dalla sua baracca negli slums di Nairobi per andare a servizio nella bella casa di Anna e aprirle gli occhi sulla sua realtà di giovane bianca viziata, fino a trascinarla in una memorabile battaglia di donne africane contro l’industria farmaceutica che specula sull’Aids e nega i farmaci salvavita.