Ogni anno, dal 22 al 24 aprile, la cittadina spagnola di Alcoy, a un centinaio di chilometri da Valencia, celebra la festa del suo santo patrono San Jorge, con las Fiestas de Moros y Cristianos. Durante quei tre giorni si ricorda un fatto storico avvenuto nell’ormai lontano 1276, una battaglia tra gli arabi – che allora occupavano la Spagna – e i cristiani impegnati nella lunga guerra di riconquista della Penisola Iberica che terminerà oltre due secoli più tardi, nel 1492. La leggenda racconta che la mattina del 23 aprile 1276 il comandante arabo Al-Azraq andò all’assalto della fortezza di Alcoy, difesa da tutta la cittadinanza. Dopo lunghi e cruenti combattimenti, apparve improvvisamente sugli spalti un cavaliere che causò sgomento e paura tra gli attaccanti che fuggirono precipitosamente. I cristiani riconobbero in San Giorgio il provvidenziale e decisivo liberatore. Al di là della leggenda, Al-Azraq morì in battaglia e fu l’ultima occasione per i mori di recuperare quelle terre.
Lance, spade, turbanti. Una parata di quasi 5 mila figuranti
Las Fiestas de Moros y Cristianos si celebra dal XVI Secolo anche se la sua forma attuale ricalca i modelli ottocenteschi. Ci sono due schieramenti, quello appunto dei mori e quello dei cristiani, ognuno composto da 14 filáes, gruppi di festinanti, ciascuna con i suoi propri colori e stemmi e con una propria sede sociale in città. Ogni anno, secondo un calendario rigoroso una filá rappresenta il Capitano che apre il corteo e un’altra l’Alfiere che lo chiude. Ogni filá indossa splendidi costumi tradizionali con i propri colori. I figuranti sono oltre 5.000. Il primo giorno comincia molto presto, alle 6 di mattina con la Diana. Dieci membri di ogni filá con il costume completo di armi, armature ed elmi percorrono un itinerario nel centro della città a tempo di musica. Più tardi si tengono le Entradas, delle vere e proprie parate militari. I cristiani sfilano di mattina, i mori alla sera. Con le entradas si mette in mostra la forza e lo splendore delle truppe: cavalli e cavalieri, armature, lance, spade, scudi, sete e veli, turbanti e copricapo sfilano insieme a dei carri che rappresentano scene di vita medioevale ma anche macchine da guerra, fortezze, monasteri. Il tutto accompagnato da musiche e coreografie. Tra musicanti e comparse si raggiungono facilmente le 4.500 persone!
Il santo equestre e i cavalli di cartapesta in torneo
Il secondo giorno è quello dedicato a San Jorge. Come la mattina precedente si inizia molto presto con la seconda Diana alla quale partecipano maggiormente giovani e bambini. Di seguito l’immagine del santo è traslata nella chiesa di Santa Maria dove viene celebrata la messa grande con la rappresentazione sacra della Misa per a Sant Jordi. Alla sera sono le filáes realiste e berbere le protagoniste dalla sfilata chiamata llamada Diana vespertina del cavallet dove i partecipanti sfilano con dei cavalli di cartapesta a simulare i tornei. Di seguito avviene la processione solenne con tutti i protagonisti a seguire l’immagine equestre del santo e la reliquia che termina con fuochi d’artificio e bengala. Per finire, la Retreta, una sfilata informale che riporta a casa i festinanti sopra carri ornati e illuminati.