Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Miniguida dei 192 Paesi ONU: Turchia-Tuvalu

27ª puntata della presentazione, in pillole, tra storia, geografia, turismo e gossip, degli Stati che fanno parte dell’Organizzazione delle Nazioni Unite

Istanbul
Istanbul

Turchia – “Mamma li turchi!”, esclamavano terrorizzate le giovani verginelle all’avvistamento delle navi-ricolme di corsari, pirati e predatori senza scrupoli e pietà, meglio noti come Saraceni o Barbareschi – che infestarono tante località costiere del Mediterraneo dal tardo medioevo financo al Settecento. Non per perfida malignità, ma chissà se il “Mamma li Turchi!” urlato da qualche vecchia racchia mai filata dai “machos” del posto conteneva altrettanto terrore o non anche una segreta speranziella di finire nelle mani di un bel moro villoso e chissenefrega se musulmano – a parte poi il fatto che molti tra i rudi defloratori erano nati cristiani eppoi convertiti all’Islàm.

Adesso “Mamma li Turchi!” lo urlano quelli che non vogliono la Turchia in Europa, forse per il solo fatto che sono (moderati) musulmani (e chissà che gli antiTurchi italiani non respingono gli ex Ottomani solo per paura che siano ripristinati i Cessi alla Turca o per non venire ammorbati dal fumo, datosi che nel Belpaese si dice ancora “fuma come un turco”).

La città di Gaziantep
La città di Gaziantep

Non si vede però perché, visto che in Europa sono stati accettati pure i Lussemburghesi (che palle le serate nelle cittadine di quel ducato) e i Bulgari (vabbè, hanno inventato lo Yogurt, ma durante il comunismo le loro donne non si depilavano le gambe) nell’Areopago Europeo non possano starci anche loro (i Turchi, che oltretutto non arrivano più dal mare a violentare – anche – le vecchie racchie dei paesini costieri del Mediterraneo, isole comprese, mentre costì proseguono le violenze da parte di “altri” che pure sono stati fatti entrare in Europa).

A parte il fatto che Istanbul (ex Bisanzio, ex Costantinopoli) è meravigliosa, la Turchia (tutti, o quasi, sanno dov’è, molti meno sanno che tra parte europea e parte asiatica è grande 780.000 chilometri quadrati, quasi tre volte il Belpaese, per 75 milioni di abitanti). Turchi (anzi) brava gente (nel senso di lavoratori e non rompiballe, quindi il contrario di tante etnie ospitate nello Stivale) sennò i Tedeschi non ne avrebbero accettati così tanti in casa loro (tre se non quattro milioni talché il fatturato del Kebap sta superando quello dei Wurstel con Crauti).

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L'immagine di Ataturk disegnata sui tappeti
L’immagine di Ataturk disegnata sui tappeti

Tanto di cappello, poi, ai Turchi per il solo fatto di aver avuto come loro Grande Vate Musstafà Kemal divenuto Ataturk, appunto Padre dei Turchi, perché negli anni Trenta del secolo scorso rivoltò il suo popolo come un calzino (chi ama la storia e la politica legga la sua biografia) rendendo il Paese laico, facendo adottare alla lingua turca la scrittura latina, rinnovando l’istruzione pubblica, dando dignità e importanza alle donne viventi in quella enorme penisola che è l’Anatolia.

Un grande Leader, innovatore, che compì sforzi sovrumani per cambiare i destini del suo popolo (ma con gli Italiani non ce l’avrebbe fatta). Ad ogni buon conto Viva la Turchia (ma è meglio non urlarlo se in giro c’è un Greco: si incazza di brutto – e a conti fatti non ha torto, visto che i suoi antenati li hanno avuti in casa per secoli e dovettero persino bersi il Caffè Turco, quello che adesso ad Atene chiamano Greco). Turismo: andarci (e non solo nella già lodata bellissima Istanbul).

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