Auto, merci.. e turisti sulle Autostrade del Mare
Ah già, i traghetti, le Autostrade del Mare, stavo per dimenticare.
Come suesposto, la Grimaldi cominciò con le crociere. Ma, mentre mi intimava l’acquisizione di ricco business nordico, dietro lo sguardo dell’armatore frullavano anticipanti pensieri, tipo l’apertura di linee marittime solcate da navi ripiene (oltre che di camion e merci) di quell’oggetto del desiderio che – dopo la conquista femminile – costituisce il supremo ideale del Macho moderno (massime quello italico): l’automobile. Ecco allora il ‘dottor Guido’ trasformare il mai troppo amico, nonché manager grimaldiano, Gianfranco Pronzati, in un globetrotter, che però non andava in giro a divertirsi bensì a conquistare e far firmare contratti di trasporto di cars o voitures o automobilen che fossero sui ‘ferries’. Traghetti che andavano quasi ovunque: Nigeria, Anversa, Angola nonché ovviamente nel Mare Nostrum (a/da Genova, Napoli, Palermo, fosse solo per evitare quel tratturo della sedicente autostrada Salerno – Reggio Calabria e progressivamente in altri porti mediterranei). Si cominciò pertanto con le auto e le merci, dopodiché – come logico e giusto – si passò meritoriamente al turismo, a portare in giro la gente, con auto o moto o bici, a vedere, conoscere, imparare.
“Clienti” a bordo
E io che nel frattempo avevo “fatto carriera” ascendendo (avevo messo su bottega) da venditore alias ‘sales’ alias ‘promoter’ ad agente della compagnia (quindi ne riscuotevo gli incassi, a mo’ dei casellanti autostradali) continuai a sentire il ‘dottor Guido’. Almeno fin quando le crociere costituirono un prodotto turistico “umano” e chi saliva a bordo era ‘anche’ un cliente, qualcuno con cui scambiare quattro chiacchiere. Mentre oggidì sui psichedelici falansteri galleggianti (e si credeva troppo grossa la “Caribia” coi suoi 1400 posti!) la cosiddetta gente si imbarca a “prezzo di costo” dopodiché deve produrre – qui sta ormai il vero margine, non più nel ‘ricarico’ su alloggio e ‘panatica’ – un tot al giorno mediante extras da massaggi e slot machines, shopping e casinò, body building, paillettes e altri edonismi non inclusi nella stracciata tariffa pubblicata.
Contestualmente alla fine delle crociere, divenuta vieppiù importante mediante la progressiva creazione delle Autostrade del Mare, alla Grimaldi non bastava e quindi non occorreva più lo scarno e pionieristico avamposto commerciale istituito decenni prima nel nord per vendere la balda “Ascania” (altro che prenderla in giro: rispettarla! quelli erano tempi eroici non meno che gloriosi – anche per questo nostro benedetto Paese – e non solo perché si era giovani!).
“Viaggiare” sulle vie del mare
E fu così che non sentii più la voce (un filino arrochita, ma quanto doveva urlare per dare una regolata a quegli scavezzacollo dei suoi collaboratori partenopei) del ‘dottor Guido’. E il (richiesto) commento “sul ruolo fondamentale delle sullodate Autostrade nell’avvicinare i popoli”? Beh, datosi che sulle autostrade ‘si viaggia’, basta (e avanza) quanto recentemente dichiarato da Laura Boldrini, Alto Commissariato Onu per i Rifugiati: “Viaggiare è la scuola di vita più importante. Guardando il mondo da diversi punti di vista capisci che tutto è relativo: le culture, le religioni, i costumi, le lingue”.
E sono sicuro che è d’accordo anche il ‘dottor’ Guido’.
(14/9/09)