A – Alitalia, abbiamo già dato (e i managers Alitalia – che cuccavano paghe fino a 6 volte superiori a quelle di colleghi di compagnie aeree oltretutto in attivo – hanno già preso).
B – Brambilla, per reagire allo sputtanamento straniero del turismo italiano ha recentemente deciso di arruolare giornalisti max. trentenni che parlino bene del Bel Paese: “Lardo ai giovani”.
C – Cessi, (alias bagni o toilettes o servizi igienici di bar, ristoranti e luoghi pubblici); in Italia (generalmente) fanno pena e in molti posti (vedi stazione ferroviaria di Venezia) sono pure a pagamento, ma mai che qualche addetto al Turismo nazionale chieda a chi di dovere che si compiano severe ispezioni.
D – Demenza, ne è affetto chi andando in crociera crede di vedere qualcosa durante le escursioni (metà del tempo previsto lo passa nei negozi in cui le guide che lo portano hanno la loro convenienza).
E – Escort, c’è chi le fa venire da altre città e chi, più semplicemente, stando in albergo, telefona al portiere di notte e chiede “Una coperta”.
P.S. : le Escort possono essere pagate anche con la carta di credito (vengono con la macchinetta) mentre le coperte (ma solo quelle vere) sono già comprese nel conto.
F – Ferrovie, peccato che in Italia non funzionino le Ferrovie svizzere.
G – Giapponesi, dopo le varie truffe e truffette subite (e raccontate dalla loro stampa) col cacchio che ci vengono più in Italia.
H – Hotel, una volta c’erano gli hotel buoni e quelli cattivi. Oggi ci sono soltanto gli hotel Boutique, gli hotel Minimalisti, gli hotel Trendy, gli hotel Design, gli hotel Techno, gli hotel Roommate. Mai che uno riesca ad andare a dormire in un hotel normale.
K – Kamikaze, hanno più coraggio (dei Kamikaze) quelli che oggidì fanno i tour operator.
I – Iberia, vuol far pagare il bagaglio. Vedi M.
L – Low Cost, si viaggia da barboni ma si capisce bene perché i barboni viaggiano da barboni; risulta invece un filino più difficile capire perché i non barboni viaggiano da barboni.
M – Mutande, chi vola Iberia (e se la compagnia decide di far pagare il bagaglio) le lasci a casa (le mutande): si risparmia peso (e si fa sesso più in fretta).
N – Negroni, famoso cocktail, per berne uno all’Harry’s Bar di Venezia devi prima fare un mutuo (stessa cosa per un Bellini) ma se impari un po’ di dialetto locale e dici di essere veneziano te la cavi con (molto) meno.
O – Onestà, d’obbligo nel giornalista di turismo durante i suoi viaggi: invitato o no, se un posto fa pena deve dirlo. Ma se anche dicesse onestamente la verità non servirebbe a nulla, perché tutto dipende dalla pubblicità. Se un posto o un albergo fanno schifo, ma fanno anche pubblicità sul giornale di chi li ispeziona, improvvisamente, miracolo, diventano belli (per la serie: Cosa non s’ha d’affà pè campà).
P – Professionalità, (degli addetti ai lavori turistici, leggasi degli agenti di viaggi): non esiste (salvo ovvi rari casi). In (dicunt) 7.000 punti di vendita, ti danno un dèpliant, ma non saprebbero consigliare (a volte ignorano pure la destinazione chiesta dal cliente); come sempre la quantità fotte la qualità.
Q – Qualità, della vita: già scadente se un turista percorre una strada statale italiana (la Milano-Mantova è ancora come l’aveva fatta l’imperatore Francesco I del Lombardo Veneto nel 1820) la qualità della vita nel Belpaese diventa tragica per chi sta imboccando la Salerno-Reggio Calabria.