Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Le Ragazze di Shanghai

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di Lisa See, Longanesi editore, pagine 384, Euro 18.60.
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Le Ragazze di Shanghai
di Lisa See, Longanesi editore, pagine 384, Euro 18.60.

Nella Shanghai di fine anni Trenta, una «Parigi d’Oriente» in pieno fermento culturale, le sorelle Pearl e May vivono una vita agiata e serena. Hanno ventuno e diciotto anni e sono molto unite, pur essendo diversissime. La loro famiglia, grazie alle attività del padre, gode dei privilegi della borghesia di Shanghai: una bella casa, servitori a disposizione e denaro per comprare abiti eleganti e frequentare i locali alla moda. Le due sorelle non hanno bisogno di lavorare e fanno le modelle per hobby, posando per un giovane pittore. Fino a che tutto cambia. Fino a che, un giorno infausto, il padre perde l’intero patrimonio al gioco e si vede costretto a vendere le proprie figlie, dandole in spose a due fratelli cinesi che vivono a Los Angeles.

Mentre i bombardamenti giapponesi imperversano sulla loro città, Pearl e May intraprendono un viaggio lungo e travagliato che le porterà nel Sud della Cina e poi, attraversato il Pacifico, nella Città degli Angeli. Qui, nei sobborghi di Chinatown, avrà inizio per loro un nuovo capitolo: la ricerca infaticabile dell’amore in un matrimonio con uno sconosciuto, l’insidioso richiamo di Hollywood, la lotta quotidiana contro le discriminazioni e la nascita di una nuova vita in cui riporre speranze che si credevano perdute…

Siamo a Shanghai. Lo strepito dei risciò riempie le strade. Mendicanti stanno accovacciati sui marciapiedi, il braccio teso, la mano aperta. Nelle vetrine sono appese anatre laccate. Gli ambulanti si danno da fare intorno ai loro carretti: chi fa bollire spaghetti di riso, chi tosta noccioline, chi frigge tofu. Le ceste dei fruttivendoli sono piene di bok choy e di meloni. I contadini sono venuti in città con mazzi di polli e anatre vivi, con tagli di maiale appesi ai bilancieri di bambù. Passano donne in cheongsam aderenti come una seconda pelle. Vecchi fumano la pipa seduti su casse capovolte, le mani infilate nelle maniche della casacca per tenerle calde. Una nebbia densa ci serpeggia tra le gambe, si infila in vicoli e angoli bui. Lanterne rosse creano un’atmosfera strana, di sogno. «Ognuno al proprio posto!» Il mio Paese sparisce e mi ritrovo sul set che sono venuta a visitare con May e Joy. Sulla scena si accendono i proiettori. Un tecnico posiziona la giraffa del microfono sopra la cinepresa che scorre sui binari. Siamo nel settembre del 1941…

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