Montorio al Vomano, in provincia di Teramo, usa festeggiare l’ultimo giorno di Carnevale in modo davvero insolito. Le stelle filanti e i carri allegorici che sfilano di domenica nel centro storico, lasciano il posto a drappi viola e personaggi vestiti a lutto. Il 17 febbraio, mercoledì delle Ceneri, si celebra così con ironia la fine della festa. La tradizione, chiamata del “Carnevale morto“, sarebbe nata attorno al 1928 su iniziativa di alcuni giovani insofferenti al regime fascista. La manifestazione, malvista dalle autorità, fu subito proibita per poi riprendere dopo la guerra. Quello che oggi i montoriesi mettono in scena è un vero e proprio funerale, seguendo fedelmente tutti i momenti canonici di un rito funebre.
La veglia, il corteo e il tuffo nel fiume
Tutto ha inizio alle ore 20 con la veglia del “morto” alla fonte nell’Antica Via dei Mulini. Da lì parte il corteo che si snoda per il centro storico seguendo la bara del Carnevale – impersonato da un paesano di “spirito” scelto di anno in anno dalla Pro Loco. Le esequie solenni si svolgono in piazza Orsini con la gente che segue il defunto dando libero sfogo alla burla e all’ironia: un tripudio di scenette improvvisate e satiresche prende di mira la stessa amministrazione comunale e gli episodi accaduti in paese nel corso dell’anno. Il corteo è persino accompagnato dalla banda cittadina, che alterna marce funebri a motivetti di segno inverso. La festa si chiude dove ha avuto inizio, in via dei Mulini, dove il Carnevale (questa volta non in carne e ossa, ma rappresentato da un fantoccio) è gettato nel fiume Vomano dalla Madonna del Ponte. I festeggiamenti continuano con vin brulè e castagnole offerti dall’organizzazione. (11/02/2010)
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