Mercoledì 24 Aprile 2024 - Anno XXII

Marocco, dove anche le ombre hanno luce

“Non incontrerai mai due volti assolutamente identici. Non importa la bellezza o la bruttezza: queste sono cose relative. Ciascun volto è simbolo della vita. E tutta la vita merita rispetto. È trattando gli altri con dignità che si guadagna il rispetto per sé stessi”  (Tahar Ben Jelloun)

Jazia Santissi, direttore dell'Ente Nazionale per il Turismo del Marocco in Italia
Jazia Santissi, direttore dell’Ente Nazionale per il Turismo del Marocco in Italia

Parole condivisibili in generale, quelle del grande scrittore marocchino, ma parole che assumono un profondo significato umano per chi abbia visitato il Marocco e abbia avuto modo di constatare quanto sia genuino e pregnante il contatto con la popolazione locale. Gente di varie etnie, accomunata da un grande amore per la propria terra; una terra ricca di storia, di cultura, di paesaggi incantevoli e vari: dalle infinite spiagge dell’oceano alle vette innevate dell’Atlante; dai campi coltivati alle stradine misteriose e brulicanti di vita delle Medine. Con il sole a illuminare e purificare ogni cosa; persino le ombre che spigolano dal biancore delle case.

Paese bello e vario, il Marocco. Quindi, paese naturalmente votato al turismo, la cui importanza sociale ed economica è stata posta in rilievo anche da Sua Maestà il re Mohammed VI: “…il turismo, oltre a rappresentare un’attività economica di estrema importanza, è garanzia di cultura e abilità di comunicare con l’altro…”.

Per sapere come sono andate le cose del turismo in questi ultimi tempi e quali le prospettive future che lo riguardano, incontriamo la Signora Jazia Santissi, direttore dell’ufficio del turismo marocchino in Italia.

La moschea di Hassan II a Casablanca
La moschea di Hassan II a Casablanca

Dottoressa Santissi, che tipo di turista è quello che sceglie il Marocco per le proprie vacanze?

È un turista, meglio sarebbe definirlo un “viaggiatore”, di livello socio-culturale abbastanza elevato. D’altra parte è anche facile intuirne le ragioni: in Marocco c’è molto da vedere, molto da apprezzare, molto da socializzare. Pensiamo all’incanto delle Città Imperiali, al fascino delle Medine che rappresentano il cuore di ogni città grande o piccola che sia. Ai numerosi siti archeologici disseminati un po’ ovunque, dal nord al sud del paese, che raccontano una storia millenaria, ricca di fascino e di avventure umane; basti pensare al nostro “esploratore” (e diffusore di fede musulmana) Ibn Battuta, originario di Tangeri, che ha visitato il mondo allora conosciuto ben prima dello scopritore delle Americhe.

LEGGI ANCHE  Puglia, andare per masserie: un modo nuovo di viaggiare

Il Marocco, anche questo va detto, non è un paese per un turismo di massa; chi viene da noi rimane talvolta sorpreso, nell’arco delle mille scoperte che una giornata può riserbare, nel constatare la presenza di chiese cattoliche, sinagoghe ebraiche, luoghi di culto per altre fedi religiose, che si accompagnano alle moschee e ai minareti; luoghi di raduno e preghiera per praticanti moderati e profondamente convinti della loro fede.

 

E gli italiani, come si collocano in tale contesto?

Si può dire anzitutto – ma questo è un dato oramai consolidato – che sono ottimi turisti; spendono di più rispetto a quelli di altri paesi e sono sempre alla ricerca del “meglio” e del “colore” locale. Sperimentano anche volentieri le novità (ad esempio, la cucina). In qualche caso, si sono anche dimostrati abbastanza conservatori e talvolta timorosi del “diverso”. Prese però le giuste misure, apprezzano tutto ciò che trovano e socializzano sempre volentieri.

Sguardo sul deserto
Sguardo sul deserto

Lei ha un nome che “suona” musicalmente misterioso! Ha qualche significato particolare, nella lingua araba?

Jazia sta per “gratitudine, riconoscenza”. E io sono effettivamente “grata e riconoscente” per l’opportunità che mi è stata concessa di lavorare a favore del mio Paese.

Un lavoro impegnativo ma bellissimo, svolto per di più in Italia, che frequento e conosco oramai da molti anni.

 

Come è arrivata ad occuparsi di turismo nel nostro Paese?

Attraverso diverse esperienze di studio e di lavoro. Sono di Casablanca e li ho compiuto i miei primi studi. Mi sono laureata in Economia e Commercio all’American University di Parigi, conseguendo poi un Master in Business Administration alla Bocconi di Milano. Ho lavorato a Roma, alla Fao per due anni e quindi per le Nazioni Unite, occupandomi come Program Coordinator e Ricercatrice in diversi campi: analisi sullo sviluppo dell’industria, sistema fondiario, pensionistico, in quello della salute e dei parametri sulla sicurezza. Dopodiché, dieci anni di esperienze lavorative nel settore della Luxury Industry; all’inizio nel gruppo Louis Vuitton, quindi come Marketing Manager per Bulgari Svizzera e poi Account Director per Loro Piana a Milano. Ero già qui, dunque, quando nel 2007 ho iniziato con il Turismo del Marocco.

LEGGI ANCHE  Thailandia low cost
Condividi sui social: