Le persone, quando si toccano, soprattutto se involontariamente, in genere si guardano. Si scrutano con gli occhi. Come per cercare di capire il perché di quel contatto non cercato e non voluto.
Lei no. Lei non mi degnò di uno sguardo. Quando mi girai per guardarla, era già due tavoli più in là. La vidi di spalle, altera e sicura, mentre prendeva posto a un tavolo già occupato da un trentenne dall’aria inespressiva.
A ripensarci adesso, credo sia stato proprio questo a segnare il mio destino: il fatto di non averla vista in viso. Di non aver potuto guardarla negli occhi.
A volte per cambiare un destino basta uno sguardo. Uno sguardo come quello che Giovanni Vigo posa su una donna giovane e troppo bella. Uno sguardo che lo spinge a seguirla in uno dei bagni dell’Università Statale di Milano, dove lei entra con un uomo. È così che Giovanni Vigo, studioso delle pene che Dante infligge alle anime dei peccatori nel Purgatorio, diventa l’unico testimone di un omicidio che non lascia tracce.
Quel delitto diventa un’ossessione, soprattutto quando viene ritrovato il cadavere dell’uomo, orrendamente mutilato. Per rintracciare Mia, la giovane donna sfuggente e misteriosa, Vigo chiede aiuto all’amico Simmel, cronista di nera. Ben presto Vigo e Simmel si trovano alle prese con una pericolosa organizzazione, che promette di soddisfare le richieste più estreme.
Palpebre è un incalzante viaggio verso il centro dell’orrore e del mistero, un’azione compressa nel giro di poche stravolte giornate, tra l’uscita in sala di Kill Bill e la decapitazione degli ostaggi occidentali in Iraq. Esplora, con una radicalità e una violenza estreme, le ossessioni del nostro tempo: il sesso, lo sguardo, le trasformazioni dei corpi.
Gianni Canova in questo suo primo romanzo,un thriller fulminante, estremo, definitivo, racconta un mondo dove le fantasie più oscene diventano realtà. E ci obbliga a guardare la realtà con occhi diversi.