Venerdì 29 Marzo 2024 - Anno XXII

Donne che camminano

Passeggiatrice, donna di strada, mondana. Sono tanti gli appellativi riferibili alle prostitute che trascorrono gran parte del loro tempo all’aperto. La città, come luogo in cui passeggiare (al pari degli uomini) senza essere additate come “poco di buono”, è uno spazio di recente conquista da parte delle Signore

Donne che camminano
“Untitled (Legs of Woman Walking Across Manhole Cover, New York City, 1939)”. Foto di Rudy Burckhardt

Ogni donna dovrebbe camminare come Eva nel lutto e nella penitenza.”

Tertulliano

 

Nel suo saggio del 1930 Passeggiando per le strade di Londra, Virginia Woolf descriveva l’anonimato come una cosa bella e desiderabile; raccontando di quando uscì per comprare una matita in una sera d’inverno, scrisse uno dei saggi più importanti sul camminare urbano: “Non appena usciamo di casa, una bella sera, fra le quattro e le sei ci togliamo di dosso la consueta personalità, la sola che i nostri amici conoscano, per diventare membri di qual vasto esercito repubblicano di anonimi pedoni, la cui compagnia è così piacevole dopo la solitudine della propria stanza”.

La libertà di passeggiare, un lusso tutto maschile

Due giovani donne europee agli inizi del '900
Due giovani donne europee agli inizi del ‘900

Ma è da considerare che quegli anni erano già “tempi moderni” per il camminare femminile. Le donne sono uno dei soggetti di cui non si può prescindere di parlare quando si affronta il tema del camminare urbano. Tutti i protagonisti della storia del camminare che abbiamo incontrato fino a ora sono stati uomini, e non è un caso. Fino ai primi decenni del XX secolo per le donne camminare per le strade della città è sempre stato un tabù. Le donne sono state di norma punite e intimidite per aver azzardato la più semplice delle libertà, quella di concedersi una passeggiata poiché, nella società preoccupata di tenere sottocontrollo la sessualità femminile, le loro passeggiate erano continuamente e inevitabilmente tradotte nella sfera sessuale. Camminare da sole in città era sinonimo dell’essere prostituta. Inoltre, la minaccia di possibili molestie sessuali o di stupro hanno contribuito a limitare le possibilità della donna di camminare.

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Penelope che aspetta. Nell’intimità della propria casa

John William Waterhouse, Penelope e la tela (1912)
John William Waterhouse, Penelope e la tela (1912)

Lo stesso linguaggio non manca di parole e frasi che sessualizzano l’atto del camminare quando è riferito al genere femminile. Tra i termini che definiscono la prostituta troviamo passeggiatrice, donna di strada, mondana, donna pubblica, definizioni che, ovviamente, se riferite al genere maschile, hanno ben altri significati. Metafora esplicita di questa concezione è l’Odissea di Omero. Ulisse percorre il mondo e va a letto con ogni donna che lo attragga. Penelope, sua moglie, rimane a casa e tiene a bada i pretendenti.

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