Forse agli italiani non piacerà fare il bagno nei lago di Millstatt (e nei laghi in generale) ma in compenso salgono volentieri sul Mirnock, il monte alle spalle di Döbriach, un luogo molto conosciuto e frequentato dagli adepti della geomanzia e del Feng shui perché, a dir loro, ricco di “energia”. Più prosaicamente, si sale sul Mirnock perché dappertutto si possono trovare i granati, le pietre preziose dal bel colore rosso scuro alle quali è dedicato il “Granatium” a Radentheim, un po’ miniera, un po’ centro di documentazione e un po’ negozio di questa pietra. Siamo qui già entrati nella valle del fiume Gurk dove si trovano Bad Kleinkirchheim e, più oltre, il paese che prende il nome dal fiume o viceversa. “Bad” in tedesco significa “Bagno”, “Terme”; “Kleinkirch” vuole dire “Piccola chiesa”, mentre “Heim” (letteralmente “Casa”) designa un luogo abitato. Bad Kleinkirchheim è tutto questo. È un luogo particolarmente amato dagli italiani che, numerosi, hanno comprato qui una seconda casa, per la sua posizione amena e i bagni termali.
Tra nani e gokart divertimento per i più giovani
Gurk
è un paese circondato da boschi, famoso per il duomo medioevale, considerato uno dei più begli esempi di romanico in Europa. Per i bambini di tutte le età c’è lo Zwergenpark, il parco dedicato ai nani. Il fiume Gurk che percorre la valle ha un percorso strano perché nasce dal Lago di Milstätt e si getta nella Drava dopo avere attraversato mezza Carinzia con un percorso semicircolare. Se, arrivati a Radentheim, al posto di seguire il Gurk deviamo verso sud, passiamo dietro al Feldsee e l’Afritzsee, due piccoli laghetti. Arriach è leggermente all’interno della valle ed è soprattuto una località sciistica. La pista Gerlitzen-Moser si trasforma d’estate in due percorsi per i gokart fuoristrada, trabiccoli con quattro larghe ruote gommate che scendono solo per forza di gravità, I percorsi sono due, uno ricco di curve, l’altro “direttissimo”. Pochi chilometri ancora e giungiamo a Villach. La II Guerra Mondiale ha lasciato anche qui le sue ferite, la città era un importante nodo stradale e ferroviario, tuttavia il centro storico non ha subito tanti danni e vale la pena di essere visitato.
La Bella vita
Dall’alto il lago appare come un nastro di colore blu intenso lungo 17,5 chilometri e largo al massimo 1,5. Come sul Milstättersee, anche sul Wörthersee sono state costruite tante splendide ville ma, a differenza di quello, qui si è sviluppato maggiormente il turismo. Velden ne è un esempio. È un centro mondano che ruota attorno al casinò e al famoso Schloßhotel, un albergo cinque stelle lusso ospitato in un castello della fine del ‘500. L’albergo è celebre in tutto il mondo germanico grazie a una serie televisiva che si intitolava, appunto: “Il castello sul Wörthersee” e perché per un certo tempo fu di proprietà del famoso fotografo e playboy internazionale Gunther Sachs. Figuratevi perciò il giro di celebrità. Attori come Larry Hagman, il J.R. di Dallas o Telly Salavas, il tenente Kojak, erano di casa qui. Ora sono arrivati anche i ricchi arabi.
Il mio sguardo libero
Prima, però si passa dal Lago di Ossiach. A differenza di quello di Millstatt, l’Ossiacher See è stato scoperto come destinazione non da tantissimi anni. Il turismo da queste parti è soprtattutto all’aria aperta. Al posto di vendere i loro terreni a investitori forestieri che avrebbero voluto costruirci sopra degli alberghi i contadini del posto aprirono campeggi e bagni. Il lago è circondato da monti e colline. A nord dai 1.909 metri del Gerlitzer, a sud dai Monti Tauri di Ossiach che lo separano dal Wörthersee, il “Principe” dei laghi carinziani. Per avere un’idea completa della bellezza della zona bisogna assolutamente salire in cima alla collina Pyramidkogel sulla sponda meridionale del lago. Un ascensore contenuto in torre in una torre di cemento armato alta 54 metri porta a tre piattaforme successive che permettono allo sguardo di spaziare libero a 360°. A ovest spicca Klagenfurt, la capitale della Carinzia. A est si vede Velden, la “Montecarlo” del Wörthersee; davanti i paesi di Pörtschach e Krumpendorf e i Monti Tauri; dietro, coperto di boschi, i 940 metri del Dobeiner Wand, la Rosental e le Caravanche. Con l’aiuto di una cartina si individuano paesi e cime tra le quali, in lontananza, la punta del Triglav, 2.864 metri, il famoso monte sloveno sul confine con Austria e Italia.
Un luogo di raccoglimento
Davanti a Portschach sulla sponda settentrionale sorgono le due isolette del lago: la Schlangelinsel che è unita alla terraferma da un ponte e l’Isoletta dei Cappuccini con tutto il suo verde. In quel punto, dalla sponda meridionale si diparte una penisola che “chiude” il lago in due bacini. Siamo a Maria Wörth, il villaggio che dà il nome al lago, con la chiesa del IX Secolo che battezza l’abitato. In realtà le chiese sono due, proprio accanto c’è la Rosenkrantzkirche la “Chiesa del Rosario” del XII Secolo. Di questi edifici non rimane, in verità, niente, perché entrambi bruciarono nel 1399 e furono ricostruite nel secolo seguente.
– 2. Continua. La terza puntata sarà pubblicata martedì 31 agosto –
Le foto dell’articolo sono di Graziano Capponago del Monte