
Da un’antica arte marziale chiamata Tahtib, un bastone di bambù con cui veniva simulato un combattimento, deriva la danza Sai’di. Sai’di è anche il nome che identifica la zona geografica dell’Alto Egitto e si utilizza questo stesso termine proprio perché è in questa regione che si sviluppa tale danza.
Utilizzata anche come danza propiziatoria prima di un combattimento e di una battaglia, gli uomini che si eseguivano nel tahtib potevano così dimostrare la loro forza e il loro coraggio nell’affrontare la battaglia. Questo stesso carattere energico e vigoroso persiste anche oggi nella danza Sai’di, che riproduce elementi originari della simulazione del combattimento, come ad esempio la roteazione e lo sbattere a terra il bastone.
Una danza per uomini e donne

Di questa danza se ne possono ammirare due forme: una prettamente maschile, la danza tahtib, per l’appunto, e un’altra ballata anche da donne, la raqs el assaya (assaya è il bastone). In questa seconda forma il bastone utilizzato è leggermente più sottile e la danza stessa risulta più aggraziata dai movimenti sinuosi della donna.
Tipici in questa danza sono dei piccoli salti, che permettono di scaricare l’energia del corpo a terra. Ed è così che nella forma armoniosa di una danza il pericolo di un combattimento viene scongiurato. (10/11/10)