Alta Savoia, 1859. La neve avvolge in una coltre silenziosa la piccola cittadina di Rumilly. Due bambini corrono a perdifiato nel bianco sterminato. Per festeggiare il loro decimo compleanno hanno deciso di sfidare la proibizione paterna e intrufolarsi nella tenuta del Castello. In punta di piedi si avvicinano alla finestra e incollano il naso al vetro. Devono scoprire se quello che si racconta del padrone di casa è la realtà.
Quello che vedono è ancora più sorprendente delle voci di paese. Il canarino rinchiuso nell’elegante gabbia dorata è davvero tutto blu, e dello stesso colore è il viso del suo padrone: Jean-Antoine Giobert, che vive da sempre isolato in quell’edificio in rovina circondato dai campi di Isatis tinctoria, una pianta che fornisce un particolarissimo colore blu. Unico superstite di una famiglia massacrata durante la rivoluzione, il ricco signorotto non ha che un’unica passione e ossessione: l’indaco. Lo studia e lo sperimenta in ogni sua sfumatura e gradazione, per poi venderlo a peso d’oro. Tutta la sua esistenza è dedicata alla ricerca del blu perfetto, puro, su cui scrive da anni un poderoso trattato e per il quale partecipa anche a bizzarri concorsi per la premiazione del colore più perfetto. Concorsi che vince l’uno dietro l’altro senza timore degli avversari. Ma nei giorni successivi a questi concorsi vengono scoperti efferati delitti che sono pericolosamente simili ai deliri onirici di cui Giobert è preda ormai da molte notti. Per sfuggire al dubbio e scagionarsi, l’uomo è costretto a intrecciare la ricerca del blu assoluto con quella dell’assassino in una spirale cupa e ipnotica.
Un romanzo enigmatico, poetico e coinvolgente che dipinge tutta la crudeltà del nostro essere interiore, penetrando nei meandri più nascosti e proibiti dell’animo umano. Una vera e propria favola del male, acclamata da tutta la critica letteraria d’oltralpe e che ha conquistato il cuore di lettori e librai.