Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Spagna & Italia. Tavole rotonde e tavole mangerecce

Scherzi “non” a parte, sto diventando sempre più famoso nell’areopago degli scribi turistici. Un esempio? Se si parla di tavola non nego una certa praticaccia, ma si era sempre e solo trattato di deschi presidiati da piatti e bottiglie…

La tavola rotonda più famosa
La tavola rotonda più famosa

Pochi giorni or sono, invece, ecco il salto di qualità, la consacrazione (che, ormai, ad andarmi di lusso potevo al massimo attendermi postuma) tanto insperata quanto gradita. Mi riferisco a un invito a una tavola che invece dei bassi piaceri del gusto sarebbe stata imbandita con edificanti argomenti con ascendente culturale.

Una Tavola Rotonda, a chiusura del Convegno dal titolo “Confini Mobili, lingua e cultura nel discorso del turismo” organizzato dall’Università di Milano. Visto il tema dell’incontro “Italia-Spagna, sguardi incrociati” era poi chiaro che oltre dire la mia sulla lingua spagnola ‘castellano’ e sul turismo, mi sarebbe anche spettato ricordare le mie, chissà quante, più che medio secolari gite in Spagna (mi ero pure portato la foto della carta geografica con tanto di itinerari percorsi).

Turismo ai raggi X

Bonomi in Spagna (tra i percorsi segnati in rosa e quelli in azzurro non c'è alcuna differenza... la scelta del colore dipendeva dall'evidenziatore disponibile al momento...)
Bonomi in Spagna (tra i percorsi segnati in rosa e quelli in azzurro non c’è alcuna differenza… la scelta del colore dipendeva dall’evidenziatore disponibile al momento…)

Tavola Rotonda a parte, durante il Convegno “Confini Mobili” sono stati trattati differenti argomenti relativi al turismo, roba che forse avrebbe potuto interessare anche la stampa cosiddetta di settore, del ‘trade’. E parimenti la Tre Giorni tenutasi all’università di Sesto San Giovanni forse poteva interessare anche quei tour operator che per marketing non intendono soltanto l’acquisto della mailing list dei notai o degli architetti, né possono dire di conoscere il trend solo perché un paio di clienti si sono detti stufi delle Maldive e vogliono andare altrove. Perché, nonostante alcune parole difficiline (per un “villico” come me: Interstatualità, Narrativa Odeporica, per non parlare di Tassonomia) si sono ascoltate interessanti esposizioni per chi bazzica nel ‘mundillo’ del turismo. Tanti relatori hanno commentato le mai perfette guide turistiche, valutato l’immagine turistica di alcuni Paesi (con condanna dei soliti stereotipi) svelato i segreti dell’Incoming (relazione sul Sud Africa in occasione del Mondiale di Calcio). Né si poteva ignorare il pesante impatto del web sui viaggi ‘fai da te’.

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Spagna anni Cinquanta: un’altra storia

La Madrid di una volta
La Madrid di una volta

Ma ecco la Tavola Rotonda. Partecipanti previsti sei, presenti quattro (in spagnolo ‘bidone’ si dice ‘plantòn’) quindi più tempo per chi, come me, di vicende ispaniche voleva contarne molte. Ho cominciato informando che per pochi mesi la mia prima andata a sud dei Pirenei non dipese dalla presentazione di una dichiarazione del parroco attestante che oltre a essere un buon cattolico andavo pure a messa (torquemadesca ‘condicio sine qua non’ imposta fino a metà degli anni ‘50). E sempre a quell’era paleozoica del turismo in Spagna risale il ricordo delle disastrose strade di quel Paese (un paio di prof. spagnoli mi ascolta e annuisce, forse rammentando quanto raccontato dagli avi).

Un esempio? Per andare da Zaragoza a Madrid, poco più di 300 km, di ore potevi impiegarne 7 o 8: dipendeva dal buon cuore dei camioneros, che mediante una luce rossa suggerivano di non superarli o davano via libera per il sorpasso accendendo una luce verde. Tempi in cui la lira faceva abbondante aggio sulla peseta, talché beccare una multa, anche se si era giovani squattrinati, non dava più fastidio di tanto.

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