Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Spoon River del Turismo

Quanta nostalgia per il Fu-Turismo, il Turismo-Che-Fu. Il mondo si trasforma, le navi da crociera si riempiono, gli hotel diventano disneyani e sembra sempre più evidente che “come si viaggiava una volta oggi ce lo scordiamo”

Quando le Piramidi non avevano le villette-a-schiera

Turisti alle Piramidi
Turisti alle Piramidi

In Egitto ci andavano (ancora) in pochi, in (ovviamente) pochi hotel (ma che charme, story, il Continental, il Shepheard, 1841, altro che l’odierna cartapesta disneyworld). “Allora” le Piramidi le vedevi da lontano, adesso le sbirci tra i condomini sempre più vicini, e i signori (mica gli attuali ricchi) che “scendevano” (verbo hoteliero ormai out) al Mena House avevano davanti Gizah e Cheope, mica le villette a schiera.

“A quei tempi” i pescecani del Mar Rosso mangiavano in grazia di dio altri esseri con le pinne mentre adesso devono accontentarsi di bipedi charterizzati che gli affollano il mare facendo scappare le prede di cui si pascevano. E’ il progresso bellezza: sarà, prendo atto, mi inchino, ma povero Egitto (almeno quello “mio”), e povero anche il turismo (Aahh! dettaglio mica da poco: solo a un’infinitesima parte di chi va sul Mar Rosso viene voglia di andare a vedere cos’è e cosa c’è al Cairo).

Club-Med per soli ricchi

La piscina di un Club Med
La piscina di un Club Med

Seconda vicenduola. Apro il giornale e vedo che il leggendario Club Med ha tirato su troppi deficit di fila (quattro) e si deve dare una regolata. Sarà pure che (oltre a dover accettare una più marcata presenza cinese nel capitale) ha deciso di darsi al lusso, ai nuovi mercati (Russia e Brasile), sta il fatto che qualcosa è cambiato, cambierà, e per certo quello che negli anni ’60 fu il simbolo del Turismo moderno, scavezzacollo fin che vuoi ma ‘perbenino’ (pensa tu ai G.O. ‘gentil organisateur’ un tempo ‘chaperon’ di una ragazzina della Parigi-bene e adesso alle prese con un neomiliardario ex-sovietico fatto di vodka come una gallina… ). Fu-Turismo.

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La vita vera è un’altra cosa (anche nel Turismo)

Spoon River del Turismo

E per finire (tre). Tradizionali auguri di Natale, ospite la Laura Mulassano (neo presidente Neos senza aver comprato manco un voto! Pusìbil?) che prima di spedire me e il resto degli sbafanti a un desco ligure (belìn che buono, davvero) recita il De Profundis dell’ospitante Circolo della Stampa: di lì a poche ore chiuderà, giù la clèr, senza fissa dimora.

Quanto Turismo (giornalistico e non) si è fatto in quel bel palazzo Serbelloni. E vai con la Spoon River di un mondo viaggiatorio che non è più.

Cambiamo i tempi, adesso, si dirà, “viaggia più gente”: e vabbè, primo chissenefrega, eppoi, a cosa giochiamo? A quel che “vusa pussée la vaca l’è sua” (nel senso che hanno ragione quelli che sono di più)? Dopodiché il solito rompiballe la menerà sul fatto che tra i pochi eletti che antan viaggiavano noi, forse, non ci saremmo stati. Mah, e allora? Impari, poi, il cortese lettore, la seguente massima spagnola: “La vida buena es cara, hay otra mas barata, pero ya no es vida”…

(23/12/10)

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