Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

Egitto. Il bello e il brutto di una rivoluzione in corso

Il dopo Mubarak riapre al turismo: una destinazione “vuota”, conveniente, ma sospesa tra il fascino del cambiamento e i disagi della transizione

Il controllo in mano all’esercito

Un militare davanti al Museo Egizio
Un militare davanti al Museo Egizio

Messaggi che arrivano col contagocce: è di due giorni fa il dispaccio della Farnesina che annuncia il ritorno alla normalità nel “Mar Rosso, Luxor e Assuan”, ma conferma un “contesto di sicurezza volatile” al Cairo, Suez, Alessandria, Ismailia e, “a seguito del rapimento di cinque connazionali avvenuto nel settembre 2008”, sconsiglia tassativamente “viaggi nel deserto, nella regione tra il Gebel Al Uweynat ed il Gilf El Kebir, nel sud ovest del Paese, ai confini con la Libia e con il Sudan”.

La sensazione è insomma di un clima di perdurante, oscillante tensione. Una tensione a volte forse più percepita che reale, acuita dall’insolita quanto massiccia presenza (oggettivamente non ostile) di blindati e militari, nonché da un coprifuoco che scocca alle 24 e che teoricamente costringe la metropoli a coricarsi anzitempo. Cosa ovvia, se si pensa che il controllo del paese è affidato all’esercito. Il che non toglie però che la vista di una fila di carri armati davanti al Museo Egizio o l’impossibilità di spostarsi in città dopo la mezzanotte possa creare qualche disagio a chi è avvezzo a un turismo “facile”.

Turismo oggi: un’occasione irripetibile

Il mare di Sharm el Sheik
Il mare di Sharm el Sheik

Ma, paradossalmente, in questo momento le basse tariffe non sono né l’unica né la migliore delle buone ragioni per scegliere di passare le vacanze in Egitto.

Il paese, dopo il forzato stop degli arrivi subito a cavallo di gennaio e febbraio, il picco delle disdette e il crollo delle prenotazioni, è infatti letteralmente vuoto. Alberghi vuoti, ristoranti vuoti, spiagge vuote. Monumenti deserti. Sabato scorso, il pullman di noi italiani era l’unico attorno alle piramidi di Giza. Un privilegio più unico che raro, di cui chi sa viaggiare dovrebbe saper approfittare. Per non parlare del momento, storicamente e socialmente irripetibile, che il paese sta vivendo e che dovrebbe solleticare non poco il viaggiatore curioso.

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È tra questi due estremi – un contesto di relativa insicurezza da un lato, di convenienza economica e di forte appeal socioculturale dall’altro – che per i prossimi mesi e forse per l’intera stagione si collocherà la destinazione. Al nuovo governo e ai tour operator il compito di elaborare una strategia di comunicazioni che, senza tacere nulla, sia capace di trasmettere ai consumatori finali il fascino del nuovo Egitto. (02/03/2011)

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