Avevano fatto tanta strada i santi fratelli Giuliano e Giulio: lasciata alle spalle la loro Grecia, giunsero nelle vicinanze del Lago d’Orta, tra le montagne piemontesi dove si diedero al lavoro per diffondere il cristianesimo. Con il benestare dell’imperatore Teodosio I, demolirono diversi luoghi di culto pagani e si misero a costruire delle chiese.
In quel periodo stavano edificando la loro novantanovesima chiesa a Gozzano, vicinissimo all’estremità meridionale del lago. Un giorno, mentre fervevano i lavori in cantiere, Giulio disse a suo fratello: “Giuliano, vado a fare un giro nei dintorni. Vorrei vedere il lago da più vicino, chissà se sulla riva non trovo il luogo giusto per costruire la nostra centesima chiesa”. E si avviò a piedi verso quel bellissimo specchio d’acqua che gli sembrava un dono di Dio: non qualcosa di imponente come il mare, ma un tenero gioiello blu che immaginava già come lo sfondo di una bella chiesa.
Un mantello per zattera
A un certo punto, scrutando l’acqua, notò una piccola isola e fu come una folgorazione: “Costruirò la nostra centesima chiesa lì!”, esclamò. Dalla riva non si vedeva molto bene ciò che c’era sull’isola, si capiva soltanto che era coperta da una folta e selvaggia vegetazione. Giulio iniziò a chiedere alla gente che vedeva passare se qualcuno di loro avesse una barchetta da prestargli per andare sull’isola. “Per l’amor di Dio, non ci vada che l’isola è piena di draghi e serpenti! Sono pericolosissimi, nessuno di noi si azzarderebbe mai!”, è stata la risposta.
Ma Giulio non si arrese: non avendo trovato una barca, decise di utilizzare il proprio mantello. Lo stese sull’acqua e ci salì sopra come se fosse una zattera. Raggiunse così l’isola, e appena sbarcò, capì come mai la gente gli sconsigliasse quel viaggetto: venne subito aggredito da un serpente, e subito dopo da un altro. Per fortuna il religioso aveva con sè un bastone con cui riuscì ad allontanarli prima di essere morso. Si addentrò nel bosco camminando faticosamente sui rovi, e ciò che vide era troppo perfino per lui: un gruppo di draghi stava inseguendo una povera capretta.
Sonorità antiche
Appena si accorsero della presenza umana, i draghi lasciarono perdere la capra e si avventarono contro il sacerdote. Lui però non fuggì: sventolando il bastone urlava delle preghiere intimando ai draghi di andarsene, e loro, di fronte a tanta forza d’animo, si arresero.
Nei giorni successivi San Giulio scacciò anche tutti i serpenti dall’isola e tagliò gli arbusti pieni di spine, creando così, con il lavoro delle proprie mani, la possibilità di costruire una chiesa dedicata ai Dodici Apostoli. Oggi l’Isola di San Giulio, appartenente al comune di Orta San Giulio, uno dei borghi più belli d’Italia, è nota per il Festival Cusiano di Musica Antica, un evento che fa rivivere le epoche passate attraverso la musica. (07/03/2011)