Il bello dell’India è che siamo in presenza di una Repubblica Federale talmente vasta da comprendere, in ogni senso, “tutto” ciò che un visitatore può desiderare di vedere. Premesso che occorrerebbero molte vite per soddisfare tale desiderio, è a questo punto indispensabile agire per “obiettivi” mirati. Gli stati confederati del Bharat Juktarashtra (Repubblica Indiana) sono 28; in più vi sono 7 “territori” amministrati dal Governo centrale, Delhi capitale compresa. Ciascuno di questi stati ha a disposizione una varietà di offerte turistiche, intese queste come un’ampia gamma di bellezze naturali e attrattive culturali, da rappresentare singolarmente una “piccola India”.
Ecco allora che sull’immenso territorio nazionale (poco meno di 3 milioni e 300mila chilometri quadrati, come dire undici Italie!) dove vivono oltre un miliardo di individui, sono ospitate tutte le forme di vita naturale e quelle più strettamente collegate ai lasciti storici e alle modificazioni nel tempo dovute alla presenza umana.
Visitare le grandi metropoli indiane significa toccare con mano due aspetti inscindibili dell’India: il moderno che avanza e il rispetto e la conservazione delle tradizioni religiose e sociali che convivono con la frenesia della vita accelerata dei grandi centri urbani. Percorrere al contrario le immense campagne, sostando negli infiniti villaggi che vi si trovano, vuol dire entrare, senza per questo avere la pretesa di capire compiutamente, nella sfera intima a tradizionale di un popolo che, malgrado le profonde diversità etniche, tribali e religiose, ha oggi la consapevolezza di appartenere ad una grande nazione.
Orissa: verso oriente, sul mare
L’Orissa è uno stato che si affaccia per lunghi tratti sul golfo del Bengala. Non molto distante dalla megalopoli per eccellenza dell’omonimo stato indiano, c’è Kolkata (Calcutta) che in Occidente deve gran parte della propria fama al retaggio della dominazione britannica e, in tempi più recenti, al nome e alle opere di Madre Teresa. Il mare è la prima sorpresa dell’Orissa. Più a nord, oltre l’immenso delta del Gange, l’incontro con l’Oceano indiano è caratterizzato dalle zone acquitrinose delle riserve naturali del Sunderbans e delle Isole Lothian, rese celebri dalla presenza della tigre.
La lunga costa dell’Orissa, 480 chilometri sino al confine, più a sud, dell’Andhra Pradesh, è piacevolmente costellata di spiagge e località a forte vocazione turistica. Chandipur, il cui lido si amplia e ritrae due volte al giorno sotto l’influsso della marea, quindi Konark, Puri e Gobalpur, dispongono di mare caldo e sabbie finissime. Il clima, da queste parti, è tropicale: si va dai 7° gradi invernali ai 40° dell’estate. Il periodo migliore, anche per i bagni di mare, è compreso tra settembre e marzo. Come è noto, c’è poi la stagione dei monsoni (da luglio a settembre) un po’ “meno” adatta per le vacanze balneari per via delle piogge.
Giungla, parchi e riserve naturali
Sono parchi un po’ speciali, quelli dell’Orissa. La giungla, che ci riporta alla mente le affascinanti descrizioni di Kipling, copre gran parte di questi ampli territori, ricchi di vegetazione lussureggiante e teatro di una vita animale intensa: tigri, elefanti, leopardi, bufali neri, cervi maculati, coccodrilli, rettili e un’infinita varietà di uccelli (circa 230 specie recensite) e di altri animali.
Il Parco Nazionale di Similipal si estende per quasi 3000 chilometri quadrati nel distretto di Mayurbhanj e qui vive la tigre, in circa 100 esemplari, assolutamente protetti. Se la fauna esistente è un’attrattiva che da sola vale il viaggio, chi si reca nel parco può godere inoltre della vista di paesaggi naturali splendidi, abbelliti anche dalle cascate di Barehipani (con un “salto” di 399 metri) e quelle di Joranda (150 metri).
Orissa: i luoghi sacri del Triangolo d’Oro
Bhubaneshwar, assieme alle città di Puri e Konark, ha rappresentato per secoli una zona sacra per la fede hindu; recarsi nel Triangolo d’Oro significava e ancora significa raccogliersi in preghiera nel tempio di Jagannath, uno dei quattro “dhams” (luoghi sacri) per i credenti hindu. La stessa capitale dell’Orissa, Bhubaneshwar, fondata circa 2600 anni fa, è rinomata come “città cattedrale” dell’India, anche se oggi sta acquisendo notorietà anche come centro per gli studi di cibernetica.
I tre templi che dominano la città e che costituiscono un grande richiamo per i visitatori, sono il Tempio Lingaraj, la Pagoda della Pace che si erge sulle colline Dhauli e risalta per la bianca cupola, oltre al Tempio color rosa di Mahavir Jina, situato sulle colline Khandagiri. Ciascuno di questi tre celebri templi, sono riconducili alle tre grandi religioni della zona: rispettivamente induismo (Lingaraj), buddismo (Pagoda) e giainismo (Mahavir).
A Puri il tempio principale, alto ben 65 metri, è il Sri Jagannath che risale al XII secolo, costruito nello stile architettonico kalinga. Infine a Konark si trova la Pagoda Nera o Tempio del Sole. Si tratta di un capolavoro architettonico che risale al XIII secolo, inserito nella lista dei siti patrimonio mondiale dell’umanità. Le mura, interamente scolpite, rappresentano scene di vita quotidiana, d’amore, di guerra, di danza e personaggi mitologici. L’aspetto più rilevante di questo monumento è dato dal fatto che è stato concepito a forma di enorme “carro”, minuziosamente decorato, montato su 24 ruote e trascinato da 7 robustissimi cavalli. Ovvio che il Tempio del Sole costituisca una delle maggiori attrattive turistiche di Konark. Edifici religiosi, templi, manufatti dell’arte scultorea buddista, sono disseminati un po’ ovunque nello stato dell’Orissa.
Orissa: meraviglie della Natura
Il secondo Parco Nazionale è quello di Bhitarkanika, lungo la fascia costiera di mangrovie dell’Orissa. L’animale caratterizzante del parco è il coccodrillo dell’estuario, sotto protezione sin dall’anno 1975. Più a sud, nella zona di Gahirmatha, vivono le tartarughe marine che ogni anno giungono qui dal Sud America per deporvi le uova. Proprio per proteggere questa vera e propria meraviglia della natura, l’area è stata trasformata nel 1998 in parco.
Molti uccelli migratori nidificano infine nella zona delle mangrovie, situata a circa a 160 chilometri da Cuttack. Altre due zone protette sono quelle di Nandankan, a venti chilometri da Bhubaneshwar, e quella delle Satkosia Gorge, lungo il fiume Mahanadi. Nella prima sono allevati in cattività i coccodrilli gaviali e le tigri bianche; nella seconda, dagli splendidi paesaggi, si pratica il trekking, la pesca e le gite in barca.
Orissa: una meta interessante
Detto del clima e di quali siano i periodi migliori per visitare l’Orissa, ci si può chiedere cosa vi si trova, una volta giunti a destinazione. Naturalmente una natura rigogliosa e zone protette, veri santuari per la conservazione di moltissime specie animali; quindi testimonianze architettoniche notevoli e mete per vacanze di mare non ancora invase da folle di turisti, come avviene alle nostre latitudini.
Ma è anche la vita, intesa nelle sue manifestazioni più varie, quella che attrae: per esempio l’arte tribale delle zone interne dell’Orissa, specie quelle dell’area di Mayurbhanj, prossima al Parco Similipal; oppure le varie manifestazioni di musica e danza classica, le fiere e i numerosi festival che si snodano lungo l’arco dell’intero anno solare.
Oppure ancora gli innumerevoli mercatini disseminati un po’ ovunque; lo shopping con i famosi prodotti tessili acquistabili negli empori di stato e le visite ai grandi e piccoli centri dell’intero stato. Le comunicazioni stradali e ferroviarie sono buone e, per chi arriva da lontano, anche i collegamenti aerei sono frequenti. Tanti buoni motivi, dunque, per conoscere una “nuova” zona dell’India, che nuova non è, vantando una storia e una tradizione di vita millenaria, ma che rappresenta pur sempre un interessante obiettivo turistico per chi ama questo grande paese.
Info: www.indiatourismmilan.com
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