Giovedì 12 Dicembre 2024 - Anno XXII

Kangaroo Island, Australia in miniatura

Kangaroo island

È la terza isola, per estensione, dell’Australia. Ma è la prima per notorietà e varietà fisiche e ambientali. Qui convivono, in perfetta armonia, uomini, animali e una natura che condensa, in pochi chilometri quadrati, le innumerevoli bellezze del continente madre

Grande Gabbiano alla Seal Bay
Grande Gabbiano alla Seal Bay

L’inverno, nell’emisfero australe, va da giugno a settembre. Kangaroo è aperta ai venti che arrivano dall’Antartico, ma il clima si mantiene mite e umido, anche perché i freddi dell’estremo sud vengono mitigati dalle acque dei due grandi oceani che qui si danno il cambio: l’Indiano ad ovest e il Pacifico a est. L’estate, a differenza delle aree interne dell’Australia, vede una stagione secca e abbastanza calda; mai caldissima. La gran parte delle piogge, infine, cadono fra maggio e settembre. Perché questo “bollettino meteorologico”, apparentemente inutile? Semplicemente per arrivare alla conclusione che l’isola dei canguri è visitabile tutto l’anno e tutte le stagioni consentono di goderne appieno le bellezze naturali e l’originalità che le appartiene fino in fondo: quella cioè di condensare in un piccolo territorio (esteso poco più dell’intera Valle d’Aosta) le molte attrattive che, dimensioni a parte, si possono trovare nel continente.

Non a caso Isaac Bober, scrittore australiano, ha così descritto Kangaroo: “There really aren’t enough adjectives to accurately describe the beauty of Kangaroo Island. In fact, words can almost spoil the moment. Even photos don’t do this wildly gorgeous destination justice“; (Non ci sono davvero aggettivi a sufficienza per descrivere compiutamente le bellezze di Kangaroo Island. Le parole possono infatti quasi sciupare l’attimo. Persino le foto non rendono giustizia a questa destinazione, grandiosamente selvaggia).

Un grande villaggio sparpagliato

Dopo il bagno, in compagnia
Dopo il bagno, in compagnia

Sono poco meno di 5000 gli abitanti di Kangaroo. Agricoltori, pescatori, piccoli commercianti, addetti al turismo. E si conoscono tutti. Eppure, l’isola sembra deserta, ad un occhio non esercitato. Deserta perché gli spazi sono occupati – e sono questi ad esercitare il fascino preminente su chi arriva – da ampie distese di verde, da coste selvagge che si insinuano in un mare immenso e affascinante, proprio perché è espressione compiuta di un oceano senza confini. Ancora: l’interno è simile a una savana fatta di bush, di piccoli rilievi sabbiosi che si mescolano ad ampie aree coltivate, abbellite da eucalipti, da siepi rigogliose, da laghetti (pond) popolati da un’avifauna impossibile da censire, tanto è numerosa e varia. Il tutto, reso familiare da modesti agglomerati di case, fattorie, tenute agricole popolate da animali domestici (pecore, bovini) che costituiscono la ricchezza degli isolani. E da tanti, amatissimi cani e gatti. Gli animali domestici, forse, più felici della terra.

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Loro, gli isolani, sono l’ultimo e insieme il primo tassello di questo lembo di Australia non molto lontano dal continente. Persone apparentemente ruvide per l’impegno che la vita di tutti i giorni impone loro, ma anche gentili e accoglienti. Basta poco per entrare in sintonia con gli abitanti di Kangaroo; sanno che la presenza dei turisti è importante, per l’economia dell’isola; ma per scoprirne la vera essenza è sufficiente frequentarli dove vivono e lavorano, interessarsi dei loro problemi quotidiani, farseli amici. E l’isola, alla fine, per chi arriva da lontano, diventa un luogo familiare nel quale si potrebbe tranquillamente vivere. Ci sarà un motivo, dunque, se gli uomini e le donne che si sposano, scelgono questo posto per dare un’impronta indelebile e duratura al loro amore, no?

Animal House

E' ora di muoversi
E’ ora di muoversi

Un nome, un destino, si potrebbe dire. La gente si immagina che l’isola sia popolata dappertutto da canguri; è vero che sono molti quelli che vivono in perfetta libertà; ma sono animali tutto sommato timidi e, perché no, un po’ diffidenti nei confronti dell’uomo; quindi difficili da vedere, ma non impossibile. Vi sono poi anche aree che accolgono gli animali rimasti orfani; qui vengono curati, accuditi e in questi centri i turisti (specie gli Europei!) sfogano i loro istinti materni coccolando e fotografando i cuccioli. Assieme ai canguri, sono numerosi anche i wallabies, dei canguri un po’ più piccoli e, di norma, panciuti!

Altri animali che attirano l’attenzione dei turisti sono i koala. Vivono tra le foglie di eucalipto e le femmine si prendono cura dei piccoli, teneramente aggrappati alle loro pellicce; sono animaletti abbastanza dormiglioni e danno la sensazione, per via dei movimenti lenti e composti, di apprezzare molto, in tutta sicurezza, l’habitat che hanno scelto per vivere. Poi vi sono gli emu, dal collo lungo e flessuoso, simili agli struzzi. Qui a Kangaroo i locali dicono che sono numerose anche le specie di rettili che abitano le zone rocciose o si celano tra gli arbusti; non sono pericolosi, ma è obiettivamente molto difficile vederli. Il cielo, poi, è un trionfo di varietà alate. Sulle spiagge pullulano le sterne dal ciuffo, all’interno dell’isola si incontrano corvidi dal piumaggio bianco e nero; non mancano falchi, aquile e diverse varietà di piccoli pappagalli dai molti colori; volano a stormi da un albero all’altro e sono rumorosi e simpaticamente petulanti. Gli altri animali tipici di Kangaroo si trovano lungo la costa: leoni marini, foche, pellicani, cormorani e gabbiani di notevoli dimensioni. Alcune rocce e le spiagge, nelle ore calde della giornata, sono più affollate di una metropolitana nell’ora di punta!

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Vento, verde e cattedrali di roccia

La spiaggia di Emu Bay
La spiaggia di Emu Bay

Il capitano inglese Matthew Flinders ha “scoperto” Kangaroo nei primi anni del 1800. Diciamo che ha fatto conoscere l’isola, per mezzo dei suoi rapporti di viaggio, al resto del mondo, perché gli australiani la conoscevano e l’abitavano già. Sarà rimasto affascinato dalla bellezza delle coste, specie quella meridionale, quasi sempre movimentate dai venti impetuosi che arrivano dall’oceano. Circumnavigandola, avrà prestato attenzione alle infinite formazioni rocciose che affiorano dai fondali, specie dalle parti delle isole Casuarine, abitate da numerose colonie di leoni marini.

Visitando l’interno, mai avrebbe immaginato che il parco più importante sarebbe stato in seguito dedicato al suo nome. Ma è certo che quello che lui ha visto allora, salvo pochissime varianti, è visibile ancor oggi. E questo è il lato più sorprendente di Kangaroo; una natura preservata nella sua interezza e grandiosità.

Lo si intuisce visitando i parchi naturali e le riserve dell’interno, specie il Flinders Chase National Park, il più esteso, che occupa la parte sud dell’isola e il Parndana Park, che si sviluppa nella parte mediana di Kangaroo. La vegetazione intensa è una caratteristica costante dei due parchi: molti gli alberi di eucalipto, presenti in diverse specie, grande la varietà di arbusti , cespugli e tappeti erbosi dalle molteplici gradazioni di verde.

Di grande fascino sono alcuni tratti delle coste. A nord c’è la splendida baia di Emu, che si sviluppa a semicerchio con una spiaggia di sabbia bianchissima. Ma è a meridione che si incontrano i paesaggi migliori. Dalla baia di Vivonne, punto d’approdo di molti pescherecci, alla Seal Bay, affollata da un gran numero di leoni marini, per terminare con l’area paesaggistica più celebrata di Kangaroo: l’Admirals Arch e le Remarkable Rocks. Qui lo spettacolo è assicurato dallo spumeggiare perenne delle onde che si infrangono sulle rocce della costa; dalle stalattiti che pendono dalla volta dell’Admirals Arch; dal gran numero di leoni marini, grandi e piccoli, che prendono il sole beati o si rincorrono giocosi. Una “cartolina” turistica speciale e unica, come unico è il luogo rappresentato.

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Atmosfere isolane

Koala a Parndana
Koala a Parndana

Arrivando da Adelaide con l’aereo, un piccolo Saab turboelica, ci si sorprende nel vedere il terreno che si avvicina, chiazzato da numerosi laghetti a loro volta inseriti in una campagna solo all’apparenza brulla. Ma è verde tutt’attorno, eccome se è verde! Il piccolo aeroporto di Kingscote ha un’aria rilassata e familiare. Saluti sobri tra chi arriva dal continente e viene accolto da parenti e amici; qualche generosa pacca sulle spalle tra uomini che ridono forte e scaraventano il bagaglio nello spazioso pick-up, prima di festeggiare l’incontro con una birra. La gente di Kangaroo è semplice, aperta, poco incline alle smancerie. Così è Chris, la guida, i cui capelli e barba rada tra il bianco e l’argento, hanno visto mille albe e tramonti di quest’isola. E da come ne parla, da come svela i piccoli segreti che solo lui conosce, da come in silenzio mostra con un lieve cenno del capo panorami impensabilmente belli, si percepisce tutto l’amore che porta verso questo lembo di terra nel quale è nato e nel quale, dice, finirà i suoi giorni. Lo stesso amore e cura che è evidente anche nei coniugi Wheaton che vivono nella rigogliosa campagna dell’interno, in una splendida villotta degli anni venti; la loro cortesia e familiarità è senza dubbio più preziosa della sorprendente “lussuosa” eleganza della tavola imbandita che accoglie gli ospiti nel salotto buono di famiglia. Ed è bello, dall’altra parte del mondo, assaporare questi ritmi di vita quieti e rilassati, che non potranno non venire piacevolmente alla mente una volta ritornati a casa. Dall’altra parte del mondo. (13/02/2012)

Corvo bianco nero
Corvo bianco nero

Le meraviglie di Kangaroo Island. Foto di Lucio Rossi

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