Domenica 24 Novembre 2024 - Anno XXII

La “Road Map” Padano-Romagnola

Vigilia e giorno del compleanno. Trascorsi con “fuitina” dalle gentili consorti, a visitare luoghi noti, amici di vecchia data, locali dove si beve e si mangia come nemmeno in sogno. Con un pensiero ad Anita (Garibaldi) e un altro di Olindo Guerrini. Ravenna e dintorni, incluse dritte e segnalazioni

Ravenna: liquirizia e referendum

La "Road Map" Padano-Romagnola

Lasciate le Mandriole (e fatta un po’ di luce sulla disoccupazione giovanile) eccoci infine a Ravenna. Un posto che ha vissuto la Grande Storia e ne ha fortunatamente preservato tante testimonianze. Tant’è che oggi, in una bella giornata d‘aprile, incontro legioni di intelligenti turisti, balde scolaresche, gente che viaggia facendo andare la testa alla ricerca di monumenti, edifici storici. Io e Paolo, che baldi scolari ahinoi non siamo più, e nemmeno turisti intelligenti (ma solo perché da queste parti siamo ‘frequent travelers’) a Ravenna facciamo le solite cose (che però continuano a divertirci): si va nella curiosa (e fornitissima, vale uno stop) drogheria Giorgioni, e io vi compro la Liquirizia calabrese all’anice; dopodiché si affrontano le scale conducenti al Municipio per fotografare (di foto ne ho già una sessantina, ovviamente tutte identiche) la lapide rammentante che nel referendum del 1946 su 54.769 votanti scelsero la repubblica in 48.825 mentre a favore del nonno di “Fili” si espressero (qualche pirla in giro non manca mai) solo 4720 elettori (91 contro 9%, 2 a 0 e palla al centro).

Dai “Tajadèl” al pesce dell’Adriatico

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Poi si finisce in via Limetta, ai Mulner (Paolo traduce subito, i Mugnai) umile ma genuino circolo (di fianco c’è Il Cervo, circolo, anche loro, di Mugnai, ma un filino più snob) a bere Albana e Sangiovese (venduti anche sfusi, come dovrebbe accadere in tutte le osterie degne di questo nome) mentre alcuni vecchi (anzi miei coetanei, o anche meno) giocano uno di quegli strani e azzardati giochi cartacei che in Romagna (almeno un tempo, ma anche adesso) vedevano un podere passar più volte di mano in una sola nottata.

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Stavolta, però, io e Paolo abbiamo fatto Bingo! Ospiti della Bruna (nemmeno Corona trova più femmine che gli offrano Piadina, Tajadèl e Squaquerone) abbiamo messo i piedi sotto un tavolo della a me cara Cà de Vèn (Casa del Vino per i non Sioux). E la nostra anfitriona ci ha pure presentato il vicesindaco, ovviamente repubblicano – siamo a Ravenna – che nel resto del Belpaese sarebbe da tempo finito in un museo del Paleozoico politico. Ritorno al Lido di Spina, cena da William, eccellente cuoco più che Deus Ex Machina dei Bagni Piramidi. Pesce, ça va sans dire, “A lo grande” (o anche “de puta madre”) avrebbero commentato i miei amici spagnoli.

Sabato 9 Aprile (il “Giorno”)

La "Road Map" Padano-Romagnola

E venne quel dì, Paolo ne fa 70 (interamente buttati via! nemmeno un giorno messo a profitto!). Mangiatina alla trattoria La Rucola, a Sant’Alberto (poco distante dalle Mandriole) gestita, scoperta casuale, da un “fratello interista” (eccellente arredamento, bandiere nerazzurre, foto di Milito nel trionfo europeo al Bernabeu, sullo sfondo Mourinho). Quattro ore al desco (compresi i deliziosi Tagliolini con gli Strugoli). Ma ricordo solo il finale con Squaquerone e fichi giulebbati (detti anche caramellati). Lo Scalogno penso di digerirlo verso Natale.

N.B. A Sant’Alberto visitare la casa (adesso museo, interessante) in cui visse Olindo Guerrini, alias Lorenzo Stecchetti, che descrisse il luogo natale con il seguente sonetto “Topi, zanzare e rane, gente pallida e scortese, tutte le donne son puttane, questo è il mio paese”. Morale: la cittadinanza di Sant’Alberto dedicò all’autore un monumento.

(28/04/2011)

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