Continuando a esaminare gli “strumenti” che rendono possibile e civile la convivialità, è il momento di raccontare la storia del coltello che in tavola è posto dopo il cucchiaio, a destra, con la lama rivolto verso il bordo del piatto, per evitare di ferire la mano del commensale con la sua affilatura.
La storia del coltello è strettamente connessa alle vicende proprie dell’evoluzione della metallurgia.
Nel Medioevo il coltello è visto come arma da caccia e da combattimento, tanto che lo si porta appeso alla cintura, infilato in una apposita custodia, assumendo, però, il carattere di oggetto personale, al punto che nessun avrebbe mai pensato di metterlo in tavola, a disposizione degli altri; ognuno, infatti, usava il proprio, di cui era gelosissimo.
Un coltello per “stuzzicare” i denti
I coltelli da caccia e da mensa, così, per tutto il Medioevo e nel Rinascimento, combaciarono in un’unica tipologia e occorse attendere il 1630 per apprezzare una produzione dedicata esclusivamente all’uso da tavola, ma appuntito per fungere quale stuzzicadenti. Fu con il XVIII secolo che iniziò a svilupparsi l’uso di coltelli specificatamente forgiati e impreziositi, oltre che funzionali, ad uso di posateria. (21/06/2011)
Maestro Alberto Presutti è nato a Firenze ed è poeta e formatore. Ha realizzato e messo in Rete nel 2000, il primo sito italiano di creazioni di poesia “su commissione” e intrattenimenti poetici: www.poetando.it. E’ esperto di Business Etiquette, Bon Ton e Galateo tenendo corsi per aziende, pubbliche amministrazioni, agenzie formative, associazioni culturali e per privati. Il suo ultimo volume di poesia “Dell’Odiato Amore” (Edizioni Libroitaliano, 2004), ha vinto il Premio “Nuove Lettere” nella Giornata Mondiale della Poesia organizzata dall’Unesco, nel 2005. Nel 2010 è uscito il suo manuale di Buone maniere, “BENTORNATO GALATEO!” (Romano Editore). Numerosi i suoi interventi in trasmissioni radiofoniche e televisive su reti nazionali. Info: bonton@poetando.it