Durante l’atterraggio all’aeroporto di Sharm El Sheikh, non può sfuggire la grande macchia verde che si staglia dal contesto giallo-ocra del paesaggio. La penisola del Sinai, circondata dal mar Rosso, proprio in questo punto, si biforca creando i due golfi: Aqaba e Suez. Poche centinaia di metri sotto di noi c’è infatti il Golf Club della località turistica per antonomasia dell’Egitto di fine ed inizio secolo. Sharm el Sheikh e le altre località del Mar Rosso, devono la loro fama alla limpidezza del mare, all’estrema ricchezza dei fondali. Ma anche alla straordinaria offerta turistica fatta di splendidi resort, locali di ogni tipo e dimensione. Da un paio di decenni, proprio queste attività stanno trainando l’economia turistica di questo Paese.
Golf tra i canyon ma rilassati sul green
Il circolo golf, nato una dozzina di anni fa, è il classico campo “da vacanza”. È privo di difficoltà di rilievo, anche se solo due o tre buche sul totale non sono interessate da ostacoli d’acqua. Con una rada alberatura costituita da poche palme, il percorso, leggermente movimentato da alcune collinette artificiali, è gradevole e senza sorprese. Come si addice ad un campo “da vacanza”, non deve far lievitare la pressione arteriosa dei golfisti. Ma permette l’accesso anche a giocatori privi dell’handicap di gioco, richiesto invece dai circoli più tecnici in tutto il mondo.
Golf a parte, questo territorio invita ad una riscoperta in chiave naturalistica, fruibile con un raid nel deserto, tra i canyon del Sinai, che costituiscono uno spettacolo naturale unico, fatto di strette gole sovrastate da pareti di arenaria, di calcare o di granito, solcati da vene di marmi colorati che creano graffiti sinuosi che sembrano tracciati dalla mano di un artista.
Golf tra i canyon in un paesaggio surreale
Il Coloured Canyon, è probabilmente una delle formazioni rocciose più belle al mondo, caratterizzata da un paesaggio brullo con poche, solitarie acacie spinose, rare piante di capperi verdi, alberi di Sodoma (attenzione ! i frutti sono amarissimi, spesso pieni di polvere velenosa), e alcune zucche del deserto. In alcuni punti, le pareti rocciose sopra di noi, raggiungono un’altezza di 60/70 metri, mentre a livello del suolo, si stringono fino a meno di un metro. I colori ed i disegni delle rocce sono davvero unici.
Il White Canyon è più piccolo del Coloured Canyon e, a causa del colore accecante delle sue pareti calcaree, è necessario indossare occhiali da sole per non danneggiare la vista.
Golf tra i canyon ed escursioni tra le oasi
L’oasi di Ein Khudra, una delle più rigogliose della penisola del Sinai, si trova invece lungo la strada che porta al Monastero di Santa Caterina. Era il punto di sosta, riposo e rifornimento per i pellegrini che, partendo da Gerusalemme, intendevano raggiungere il Monastero. Le iscrizioni, le pitture e i graffiti sulle rocce dell’oasi, testimoniamo infatti il passaggio secolare di greci, arabi, bizantini e crociati. Noto anche come Monastero della Trasfigurazione, il Monastero di Santa Caterina, fu costruito dall’imperatore Giustiniano nel 527 d.C. ed è situato ai piedi del monte Sinai che i pellegrini ed i turisti, risalgono percorrendo “il cammino di Mosè” (tre ore, 3700 gradini) o, seguendo la via meno faticosa facendo il primo tratto a dorso di cammello, e salendo a piedi solo gli ultimi 750 gradini. È un sito Unesco, decretato come tale grazie alla sua architettura bizantina ed al fatto che il monastero è un luogo sacro per cristiani, ebrei, ed islamici. Ospita una enorme biblioteca con la Bibbia più antica la mondo (VI secolo d.C.).