C’è il sandalo con scintillio di pietre e ci sono gli occhiali con aste destrutturate e pendenti di corallo, madreperla, ambra, di Raffaella di Montalban. C’è la chiavetta USB tempestata di brillanti, il reggiseno con Swarovski come la parure Crystal Limited Edition di La Perla e il collier con ciondoli in sughero. La bigiotteria anni Cinquanta è inarrivabile mentre una catenina d’oro è alla portata di tutti. Ci sono collane in pelle e jeans con dettagli di platino. C’è, infine, il bracciale Heko+life con un dispositivo che emette un’onda bio-compatibile che aumenta l’idratazione e riduce l’affaticabilità.
Non solo il confine fra gioielli e bijoux è inesistente, ma è impossibile dire cosa sia un gioiello. Si parla di gioielli prêt-à-porter, di collezioni estive e invernali, che si rifanno ai temi delle passerelle. Marco Bicego, tra i preferiti di Hilary Clinton, ha nella Jaipur Collection bracciali da schiava con pietre colorate (tormalina rosa e verde, ametista, topazio azzurro, quarzo giallo) perfetti per l’abbronzatura.
Monili marini e gioielli virtuali
Misaki per il mare propone orecchini a forma di stella marina e la collana Shark (squalo) in perle con ciondolo in madreperla. Misis per girocolli e pendenti utilizza cammei con cavallucci marini e per la linea Gorgonia mette una stella con conchiglia intagliata a mano sull’anello placcato oro. Prevale la tendenza a rendere i gioielli accessori per tutti i giorni. Come quelli di Stefan Hafner, uno dei cinque marchi della Leading Italian Jewels, holding italiana che fa capo al Gitanjali Group, l’impero dell’indiano Mehul Choski, con un fatturato annuo di 1,5 bilioni di dollari. Rebecca (brand toscano che disegna una linea in esclusiva per l’Opificio JM, lo store dell’attore John Malkovich a Prato) ha inventato un’applicazione per I-phone per presentare i propri gioielli e dare la possibilità “virtuale” di indossarli. (28/07/2011)