“Desaparecido” è una parola spagnolo che tutto il mondo, purtroppo, conosce. Si tratta di quelle migliaia di persone arrestate illegalmente per motivi politici in Argentina, torturate e fatte scomparire durante la dittatura militare iniziata nel 1976 e terminata nel 1983 a seguito della sconfitta nella “Guerra delle Falkland” contro la Gran Bretagna.
Il luogo più tetro, dove si compirono i peggiori delitti contro l’umanità, fu la famigerata ESMA, Escuela Superior de Mecànica de l’Armada, e molte delle vittime erano di origine italiana (cosa che in Argentina è abbastanza normale) e per questo motivo è stato celebrato un processo nel nostro Paese. Processo che ha portato a diverse condanne anche se ormai ineseguibili per diversi motivi.
In “Vite senza corpi” due giornaliste: Cecilia Rinaldini e Anna Maria De Luca, raccontano le fasi del processo così come le hanno seguite loro per le loro testate, inoltre sono riportati contributi di altre persone informate sui fatti e testimoni oltre ad avvocati e il Pubblico Ministero del processo. Tra l’altro Anna Maria De Luca è nipote di una di queste vittime e nel suo contributo ricostruisce una delle tante storie di emigrazione di un paese, Fuscaldo, in provincia di Cosenza. È un libro forte e aspro per la brutta storia che racconta ma che ha il grande merito di impedirne l’oblio e di cementare ulteriormente il forte legame di sangue tra Italia e Argentina.