Prati da “mangiare”!
Dopo il villaggio si incontra la prima cascina; è di pietra, dal tetto spunta un comignolo che soffia in alto una bellissima nuvoletta bianca e un profumo di legna che brucia mi tocca l’animo nel profondo.
La cascina è circondata da erba che è più verde della menta; è così chiara da far venir voglia di mangiarla e in quel momento provo un po’ d’invidia per le mucche che possono pascolare in tanta generosità di piatto. Il prato di quella cascina è come tutti i prati della Valle Incantata: perfettamente raso, si vede che la natura ha dato a quel posto delle opportunità in più rispetto alle altre valli del mondo; è più verde è più rigogliosa; persino più dolce.
Lisce palestre di roccia
Continuando per la strada che si fa sempre più stretta, passo delle località che sprizzano salute; le case sono tutte belle e ristrutturate, i tetti di pietra sono lisci e il tutto è gradevolmente pulito. C’è un segnale lì davanti, non lo vedo bene, poi la mia vista si fa migliore e grazie a Beatrice riesco a leggere il cartello che dice: Palestra di Roccia, in italiano; chissà cosa vuole dire, decido di seguire il cartello e dopo pochi chilometri si apre davanti a noi una parete liscia come una pietra levigata. Sarà alta duecento metri, forse più. Alcuni specialisti del “free-climbing” hanno sviluppato questa bellissima palestra naturale, senza appigli. Solo con le funi, hanno fatto della montagna un luogo dove intraprendere le prime importanti esperienze della nuova frontiera dell’avventura. Mi fermo ad ammirare quello strano manufatto naturale, con discrezione, curiosità e anche rispetto; è un bel modo, quello, per vivere la montagna in modo coraggioso e pacato.
Finalmente, nella Valle Incantata
Il fiume è lì sotto che schiuma, davanti a me, leggermente a destra, vedo una struttura maestosa: un ponte romano, scavalca il fiume rigoglioso. Unisce due pezzi di terra che sembrano volersi parlare e che usano il ponte come intermediario.
L’arco che fa il ponte è perfetto; questi romani erano proprio dei grandi costruttori!
In quel posto così isolato mi fermo. Ho concluso il mio percorso e mi posso anche concedere un attimo di tranquillità nel bar, con un caffè, appena al di là del ponte. Chiedo a un passante: dove mi trovo? Ma … a Fondo in Valchiusella, mi risponde incredulo; chissà che idea si è fatto di me e della mia richiesta!
Sono estasiato. Il caffé sarà sicuramente buono, lo intuisco dal suo profumo delizioso. Non può che concludersi in questo modo tranquillo la mia visita nel cuore della Valle Incantata. (12/09/2011)