La morte è un evento ineluttabile, lo sappiamo. La morte è anche un’imparziale “livella”, come la definiva Totò, perché nessuno vi sfugge e solo Uno è riuscito, grazie al soffio divino di cui disponeva, a spostare l’enorme pietra tombale che ne racchiudeva il corpo. Ma da questo a sostenere che la morte è anche “giusta” perché mette tutti sullo stesso piano, ce ne corre. In questo momento, per chi scrive e per i tanti amici che l’hanno conosciuta ed apprezzata in vita, non resta che dire, con vera rabbia e altrettanto disgusto, che la morte, nell’esercizio delle sue funzioni, è apparsa questa volta davvero subdola, insensibile, ottusa; in altre parole, carogna. Barbara, giovane donna bella, colta, elegante, ha dimostrato nel troppo breve spezzone di vita che la sorte le ha riserbato, di aver raggiunto tutti gli obiettivi che si era prefissi: negli studi, nel lavoro prima e subito dopo nel coronamento del suo sogno più grande: quello di diventare giornalista. E che giornalista! Aveva una scrittura lieve ed incisiva, sulla quale gli occhi scorrevano con piacere; amava viaggiare e “incontrare” il mondo, dandone poi nei suoi articoli una testimonianza precisa, coinvolgente, quasi amorevole. Se a tutto ciò si unisce una non comune determinazione nel costruirsi il “domani” dal quale si sentiva attratta, sfociato in numerose collaborazioni con testate di prestigio, ecco che Barbara è riuscita a sublimare il miracolo impossibile dei nostri giorni: essere una “freelance” di successo. Ma soprattutto, una brava, bravissima giornalista.
Per fortuna, anche se per brevissimo tempo, ha avuto altre gioie. Un felice matrimonio e la nascita di due splendidi bambini. Dopo Asia Sofia (il nome è un omaggio al continente che molte volte aveva percorso) ecco Alessandro, la cui nascita mi era stata annunciata così: “…alla fine non ce l’abbiamo fatta: ‘solo’ 3,970. I 4 chili sono rimasti un miraggio. Mi verrebbe da dire ‘magari col prossimo’, ma forse non è il caso…”.
Non sarà più il ‘caso’, purtroppo, cara Barbara. Quando tuo marito riuscirà a schiacciare il bottone d’arresto della “centrifuga” della quale si sente prigioniero, avrà perlomeno il sollievo di rivedere nei tuoi bimbi che cresceranno parte di te, giorno per giorno.
Mondointasca è stata una delle tue prime “palestre” e noi tutti conserveremo il ricordo di una professionista seria ed affidabile. Personalmente, continuo la corsa (oramai lunga) e questo mi procura disagio, se penso a te.
Mi consola solo il fatto che nel luogo dove ora ti trovi troverai tutto quello che desideri: computer, BlackBerry e un pubblico attento e più competente di quello che hai lasciato qui. Non mi stupirei se, prima o poi, mi arrivasse un tuo messaggio (anche breve) che ci dica cose che non sapremo mai, in vita.
Buon riposo, Barbara. (13/09/2011)