Autostrade che portano alla meta senza caselli
Si va ad Augusta/Augsburg beninteso viaggiando in autostrada, in Germania quasi sempre a tre se non quattro corsie, “gratis et amore”. Da cui, tanto per fare due conti, si evince che un turista italiano percorrente un’autostrada tedesca giunge alla mèta senza aver speso un ex pfenning (salvo 30 cent ognì pipì, là i cessi si pagano ovunque) mentre un suo omologo tognino che, per esempio, va da Milano a Bari vi arriva con un bel po’ di euro in meno (‘l’è vera’ o no, sciura Brambila?). Città chiaramente (lo dice il nome) ‘romana’ (ma i romani ‘giusti’, quelli di 2000 anni fa…) torno ad Augusta con tre nomi in testa dai significati totalmente differenti.
Messerschmitt, i più noti aerei tedeschi della II Guerra mondiale (e il 262A, primo jet della storia, fu una delle cosiddette Armi Segrete di cui, ragazzino, sentivo vociferare in famiglia). Eugen Brecht detto Bertolt, che appunto nacque ad Augusta, e ammirandone la casa natale mi chiedo cosa mai avrà pensato – lui, così pacifista – di quegli ultimi, disperati strumenti di morte costruiti nella sua città. E infine i potenti Fugger, ricchissimi banchieri che in Spagna (los Fucares, miniere di Almadèn, palazzo ad Almagro) fecero tanti affari con l’imperatore Carlo V (sempre in bolletta per colpa di quegli usurai dei genovesi).
Augusta: case popolari e teatro dell’Opera
Chi passa da Augusta dia un occhio alla Fuggerei, un curioso non meno che lodevole e tuttora esistente (!) complesso di quasi gratuite Case Popolari (altro che ‘ante litteram’, si risale ai primi del ‘500, più di quattro secoli prima delle vituperate e ormai dimenticate Case Fanfani).
Mai stato a Bayreuth, vi ho compiuto un blitz, informato dalle guide che per dare un senso alla visita bastava il teatro dell’Opera del Margavio/Markgraf (altro eccelso esempio di rococò). Eppoi Bayreuth mi aveva sempre incuriosito perché teatro di quella fanatica deificazione e adorazione di Hitler operata da Mrs Winifred Williams, nuora di Richard Wagner (e che il cantore di Sigfridi e Nibelunghi tenesse per i nazisti, si poteva anche capire, ma lei, una lady british-born, mah).
Lipsia: incontro con Bach e visita al museo degli orrori
Già che c’ero (a volte si fa turismo anche così) ho compiuto uno stop anche a Lipsia, peraltro poco aspettandomi di artistico e monumentale. Nella chiesa di San Tommaso, però, mi è parso di sentire suonare Bach, ma possedendo un orecchio poco musicale ho preferito visitare il Forum, una sorta di museo dedicato ai misfatti compiuti dalla DDR (a Lipsia il 17 giugno ’53 prima rivolta operaia -!-). Due gli orrori: la foto del “linguainbocca” (schifùs, ma tra capi del socialismo reale si usava così, meglio quindi restare capitalisti) di Breznev con il segretario del piccì della DDR– Honecker; e la sfigata Trabant (ma ne vedrò tante esposte a Berlino. Alla prossima puntata).
(04/10/11)