Tifosi di tutte le bandiere, all’Est Europa
E come si dice in cronaca, l’affare si ingrossa, nel senso che il business aumenta, perché in questa crescente, universale perdita dei valori, anche il cosiddetto ‘attaccamento alla maglia’ passa in secondo piano, cede ormai il passo alla tentazione, alla lubrica passione per il piacere. Basti ricordare che nella precedente trasferta dell’Inter a Varsavia – meno male che dall’urna non escono sorteggiate partite con il Lourdes o il Fatima Foot Ball Club – tra la aficiòn ‘bauscia’ si contavano pure alcuni ‘casciavit’ del Milan, spinti da ben chiari ideali per certo non sportivi, così dimostrandosi l’eterna validità del – ‘absit vulgaritas verbis’ – detto: “tira più un pelo di (bip!) che un gol di PietroPaoloVirdis”.
L’esito dell’incontro? L’ultimo dei pensieri
Visto che non è fregato nulla, o assai poco, ai clienti accompagnati, non sto lì a narrare il risultato e tantomeno gli sviluppi di questa trasferta sportiva al cortese lettore. Però che brutta fine hanno fatto i miei “Viaggi sportivi” (ebbene sì, sono andati a puttane). E pensare che soltanto pochi anni fa si viaggiava all’estero soltanto per vedere il Luisito Suarez e il Fachetùn. O tempora, o mores…
(17/11/2011)
Identikit del “peccator sportivo” d’oltre Cortina
Di provenienza non raramente brianzola (nel caso dell’Inter, veneti piuttosto milanisti, romagnoli bianconeri); età sui 40, 50 anni e così di bocca buona da andargli bene financo le (tante) donne dell’Est renitenti alla depilazione (con il risultato che non di rado sulle zampe delle slave osservi coltivazioni di peli lunghi e spessi come gomene). Di carattere solitamente ridanciano (tra questi un cliente del lago di Como nonostante fabbrichi casse da morto) il paraturista amatore (in dollari) si esprime in un italiano stentato eternamente circoscritto a due soli e unici argomenti: “gnocca e Platini” se juventino, “gnocca e Baresi” se milanista, “gnocca e Rummenigge” se interista. Tanta carenza filologica è comunque compensata da una assidua lettura: ogni mattina apre infatti la ‘Bibbia’-Gazzetta dello Sport più religiosamente di quanto un prete sfogli il Breviario. Privo dunque di esigenze culturali (visite della città, nemmeno a parlarne, quanto all’architettura gli basta la tribuna coperta dello stadio) il sexy-sportivo in viaggio compensa però la decisa ignoranza con la conoscenza di alcuni dati dell’economia, leggasi i cambi “in nero”, lire per zloty, corone, lei, fiorini da spendere nei bar, ristoranti e per regali “sistema-coscienza” per la moglie rimasta a casa (peccato solo che le corpivendole accettino unicamente US dollars cash, prova a proporre rubli e non si tolgono nemmeno il paltò).