Nel tempo Innsbruck è diventata una delle capitali estive della Musica Antica. Una tradizione che consiste di due momenti musicali: gli Ambraser Schloßkonzerte, ovvero i concerti nello splendido castello rinascimentale di Ambras, giunti alla 49ªedizione e le Festwochen der alten Musik, le settimane della Musica Antica che si ripetono per la 36ª volta. Senza soluzione di continuità le due manifestazioni si prolungano dal 10 luglio al 26 agosto unendo non solo concerti di altissima qualità ma anche manifestazioni collaterali legate all’importante ruolo culturale che la Capitale del Tirolo possiede.
… e apertura al mondo
Questa forte attenzione al nostro Paese, naturalmente inorgoglisce. Tuttavia il festival è sempre stato aperto alle altre culture. Per questa edizione si spinge persino dall’altra parte del mondo per esplorare i rapporti che la musica barocca europea ha avuto con altre culture portata nel ‘600 dai missionari. Altri suoni e altri strumenti quelli che si ascolteranno nelle opere del cinese Wu Li confrontati con quelli del cinquecentesco Matteo Ricci, missionario a Pechino (22 agosto). Così come si scoprirà il ricordo della musica iberica trasportata in America Latina (9 agosto). Importanti le manifestazioni collaterali. La principale è il concorso per giovani cantanti intitolato a Pietro Antonio Cesti i cui vincitori sono poi invitati la stagione seguente a eseguire un’opera inscenata appositamente nel progetto Barockoper:Jung [Giovane opera barocca]. Questa volta i giovani protagonisti dovranno affrontare uno dei capolavori assoluti della musica del 600, l’Incoronazione di Poppea del “divino” Claudio Monteverdi (16, 18, 20 agosto), un compito veramente improbo che metterà in luce tutta la loro bravura. Per approfondire gli aspetti musicologici sono anche organizzati numerosi incontri con musicisti e studiosi. I concerti sono ospitati nei palazzi storici e nelle chiese più belle di Innsbruck, come il castello di Ambras o l’Hofkirsche e la Riesensaal (la chiesa e la “Sala dei Giganti” del Palazzo Reale) dove sono anche organizzate visite guidate.
Molta Italia…
È stato appena pubblicato il programma definitivo delle manifestazioni. Tradizionalmente le Festwochen propongono almeno due opere barocche prodotte in collaborazione con importanti enti europei e scelte tra lo sterminato repertorio dell’epoca, ingiustamente dimenticato e quasi sempre di autore italiano. Anche in questa stagione il Festival non smentisce la sua vocazione e propone prima La Stelidaura vendicante (8, 10, 12/8) del seicentesco compositore napoletano Francesco Provenzale un’opera che ha la caratteristica di avere una parte cantata in dialetto calabrese, poi Il Paride (24, 26 agosto) del perugino Giovanni Andrea Bontempi che fu probabilmente la prima opera italiana rappresentata nel mondo germanico. L’Italia gioca un ruolo importantissimo nel panorama delle Festwochen. Il direttore artistico è ancora Alessandro De Marchi, la presenza di nostri musicisti è notevole e profonda è l’esplorazione del nostro patrimonio musicale (senza contare il buon numero di connazionali che assistono ai concerti).