L’ispettore Hui Yau-Yat si sveglia in macchina e non ha idea di come sia finito in un parcheggio così lontano da casa sua. L’odore di alcol che pervade l’abitacolo proviene proprio dalla sua giacca. Per quanto si sforzi, non riesce a ricostruire cosa sia successo la sera prima. Ha bevuto troppo? È confuso.
Tutto gli sembra familiare ma anche vagamente estraneo. L’unico ricordo nitido che ha è l’immagine di due corpi dissanguati riversi sul pavimento di una stanza, il clamoroso duplice omicidio su cui sta indagando. In realtà, l’amnesia di cui soffre è molto più grave: quel delitto è avvenuto sei anni prima.
Il caso è già stato risolto, ma qualcosa non lo convince. Con l’aiuto di una giovane giornalista, Hui Yau-Yat riprende quindi le indagini concentrandosi su un possibile assassino ignorato dall’inchiesta precedente. Ciò lo porta a scoprire verità nascoste su di sé e sulla dinamica del delitto in un intreccio narrativo che mescola la tensione della trama a uno sguardo affascinante sulla metropoli di Hong Kong.
«Non capivo più niente. Com’era possibile? In una manciata di minuti ero diventato un criminale? Sicuramente sto sognando. Proprio come stamattina. Assassino, vittime e agenti erano solo il frutto della mia immaginazione. Se mi fossi svegliato sarebbero spariti tutti. Per fare un incubo del genere, dovevo essere davvero molto stanco. Una volta in piedi avrei capito che si trattava solo di un sogno e ne avrei parlato con i miei colleghi, i quali mi avrebbero sicuramente preso in giro dicendomi che avevo una fantasia molto fervida. La voce di David Bowie mi riaffiorò nella mente… You’re face to face with the Man Who Sold the World. Alzai la mano destra ma non ebbi il tempo di pensare ad altro perché fui interrotto dal fragore di uno sparo; sentii un bruciore fortissimo alla spalla. Il colpo mi aveva sollevato ed ero poi lentamente ricaduto a terra. Non lasciai la pistola. Prima di perdere i sensi la tenevo ancora stretta, e mi resi conto che il grilletto era come bloccato, non avrei potuto sparare anche se avessi voluto. La mia coscienza svanì piano piano… “Tieni duro”, mi disse la donna che avevo sognato morta quella mattina».