Un luogo mistico
Ma chi erano queste figure affascinanti che hanno inaugurato una lunga e proficua tradizione goliardica? E cosa sono esattamente i Carmina Burana, composito florilegio di coloro che avevano deciso di trascorrere la propria esistenza girovagando per l’Europa? Se l’appellativo collettivo dei suoi protagonisti richiama immediatamente la loro incontestabile vocazione errabonda, il nome con cui è conosciuta la raccolta poetica si incardina a un luogo fisico ben preciso e di straordinaria bellezza. Si tratta infatti dell’abbazia di Benediktbeuern in Baviera, l’antica Bura Sancti Benedicti fondata da San Bonifacio nell’VIII secolo da cui il titolo dell’opera. Il copioso manoscritto, riconducibile alle prime decadi del Duecento, ha dormito sotto la polvere per oltre seicento anni, sbadigliando ogni tanto sonnacchioso negli antri scuri della biblioteca dell’abbazia, circondato da codici, incunaboli e cinquecentine. Poi, nei primissimi anni del XIX secolo, a causa di alcune cessioni territoriali fatte dell’Austria alla Francia di Napoleone, gli ordini religiosi vengono soppressi e i beni secolarizzati e così la ricca collezione della biblioteca e dello splendido scriptorium medievale – che nel suo aspetto doveva molto ricordare il misterioso laboratorio librario descritto il secolo dopo da Umberto Eco ne Il nome della Rosa – viene trasportata in toto presso la Staatsbibliotek di Monaco di Baviera dove la raccolta verrà scoperta e pubblicata da Johann Andreas Schmeller.