È uno dei simboli di un’era ormai tramontata. Dai suoi cannoni era partito il primo colpo che aveva dato il via alla rivoluzione d’Ottobre e all’assalto al Palazzo d’Inverno. L’incrociatore Aurora è ormeggiato sul fiume Neva a San Pietroburgo dal 1950, quando la città si chiamava ancora Leningrado e, fino a pochi giorni fa era ancora una nave militare in servizio anche se, ormai utilizzata come museo. All’alba del 16 ottobre scorso gli ultimi quattordici marinai dell’equipaggio che ancora operava all’interno dell’Aurora hanno ammainato la bandiera di guerra con la Croce di Sant’Andrea azzurra e hanno abbandonato definitivamente la nave che si prepara a essere convertita definitivamente in museo.
Una carriera gloriosa
La decisione era venuta nel 2009, dopo una serie di scandali per presunti avvenimenti “disdicevoli” avvenuti a bordo. L’incrociatore è stato costruito alla fine dell’Ottocento e venne impiegato durante la guerra russo-giapponese di inizio Novecento, nel Mar Baltico durante la Prima Guerra Mondiale e nel corso dell’assedio di Leningrado. L’Aurora ha avuto un profondo legame con l’Italia perché fu una delle prime navi a intervenire sui luoghi della tragedia durante il terremoto che devastò Messina e Reggio Calabria nel 1908. Cosa sarà adesso della nave e del suo equipaggio lo deciderà il Presidente della Federazione russa Vladimir Putin. (18/10/2012)