È un’azienda vinicola giovane quella che Sergio Ambrosini sta facendo fiorire a Cazzago San Martino in Franciacorta; infatti imbottiglia in proprio solo dall’anno 2001, ma, appunto per questo è più sensibile alle sollecitazioni innovative nella produzione di vini.
L’imperativo categorico per tutti i prodotti della Tenuta Ambrosini (8 ettari di terreni morenici, 4500 ceppi per ettaro) è il rispetto della naturalità dei loro prodotti. Ma adesso hanno voluto fare di più. Il 22 settembre, infatti, hanno presentato l’ultimo nato della casa: Nihil dosaggio Zero.
“Che poi vuole dire – spiega Sergio Ambrosini – assenza di aggiunte in fase di dégorgement, perché puntiamo a una qualità senza compromessi”. Il sogno dell’azienda infatti è di produrre il vino in totale naturalezza e purezza. Il risultato ottenuto con il Nihil è quello di un brut di qualità che mantiene a lungo sapori e profumi.
“La cuvée – precisa Lorenzo Ambrosini, il figlio di Sergio, innamorato quanto e forse più del padre della qualità – è composta per l’85 per cento di Chardonnay e per un 15 per cento di Pinot nero; la fermentazione avviene in vasche d’acciaio a temperatura controllata, e l’affinamento sui lieviti è di 24 mesi”.
Nihil vino gastronomico. Anzi, astronomico!
A tenere a battesimo Nihil, personalità del mondo del vino e personalità politiche bresciane. Non poteva mancare ovviamente l’enologo di casa Ambrosini, Roberto Pepe, che ha fortemente voluto il Nihil by Ambrosini. “Abbiamo prodotto un vino il più possibile naturale”, ha precisato. Per poi aggiungere tre aggettivi che a suo parere identificano meglio di tanti discorsi il “suo” vino: “Integro, essenziale, trasparente”.
“Premessa imprescindibile per ottere il Nihil – ha spiegato Pepe – è di partire da basi rigorosamente senza difetti”, perché in cantina non è più possibile correggere. Il risultato, è stato il giudizio unanime, è un prodotto elegante e complesso al palato, ma fresco e asciutto; insomma: un buon equilibrio. “Asciutto senza essere aggressivo: un vino gastronomico”, ha sentenziato l’enologo Nicola Bonera; spiritosamente corretto da un altro esperto come Riccardo Lagorio: “Non gastronomico, ma astronomico”.
Il viatico finale lo ha dato Fiorenzo Detti, presidente Associazione Italiana Sommmelier regione Lombardia: “Ci piace essere vicini ad aziende-gioiello come la Tenuta Ambrosini; sono certo che il nuovo arrivato della casa avrà successo”.
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