Il luogo where the world meets Africa è dentro e immediatamente fuori uno dei maggiori hotel di Harare, capitale dello Zimbabwe. La mole imponente del Rainbow Towers si staglia nel cielo luminoso, circondata da giardini alberati, vialetti e numerosi parcheggi. Ed è qui che trova ospitalità una delle più importanti Fiere del Turismo africano, in perenne concorrenza per la supremazia con la Indaba Fair di Durban, Sudafrica, che a sua volta snocciola un diverso e accattivante richiamo: shaping our future together. Non è dato sapere, per il momento, come i sudafricani intendano “disegnare, dare forma concreta” al loro futuro turistico; è però certo che quello dello Zimbabwe, così come appare dalla Fiera Sanganai (Hlanganani è la dizione in lingua Shona) è un’esplosione totale di vivacissimi colori, di entusiasta partecipazione, conseguente evidenza della “voglia di fare” delle giovani popolazioni africane.
Turismo, “tesoro” degli anni a venire
Mentre i ragazzini delle scuole riposano sfiniti sulle aiuole dell’esterno, cercando refrigerio all’ombra delle bianche strutture mobili – curiose le grandi piume di pavone di tela bianca, che dal gambo infisso nel terreno svettano verso l’alto, tutte reclamizzate – una gran folla si dirige verso l’enorme anfiteatro coperto delle “convention”. Passano sotto gli archi multicolori che richiamano la bandiera dello Zimbabwe, felici di stravaccarsi poi sulle comode poltroncine della sala, prestando più o meno attenzione all’esercito di oratori provenienti da ogni continente. Meriterebbero maggiore attenzione, perché in fondo discutono e dibattono su quali siano i migliori sistemi per promuovere il prodotto “turismo”, oramai universale.
Lo Zimbabwe è terra di diamanti preziosissimi. Ma oggi, alla Sanganai, si pensa solo al benessere che potrà derivare dall’aumento dei flussi turistici.
In fondo, lo scopo della Fiera, è questo. Occorrerà, a manifestazione conclusa, un’attenta scelta dei numerosi e colorati biglietti da visita che si sono scambiati, per capire se alcuni di essi risulteranno utili per le fortune turistiche del paese.
Padiglioni e stand naïf
Una Fiera un po’ naïf, tutto sommato, nella quale si agitano, fra spazi espositivi interni, tende e padiglioni esterni, mercatini e bancarelle dal sapore vagamente paesano, una moltitudine di operatori pieni d’inventiva, specchio di una nazione che desidera mostrarsi moderna e insieme consapevole della costante crescita del proprio paese. Dovranno lavorarci ancora, questo è certo. Molti dei probabili futuri visitatori non hanno le idee chiare su dove sia esattamente lo Zimbabwe, un tempo Rhodesia del sud; e la confusione aumenta quando scoprono che poco più su c’è un’altra “Z”, quella dello Zambia, una volta Rhodesia del nord. Ma a tutto c’è rimedio. Per il momento, lo Zimbabwe è l’ultimo paese in ordine alfabetico, ma si sta dando un gran daffare per scalare posizioni su posizioni, come meta degna d’essere visitata e conosciuta.
Zimbabwe Una Fiera “in” e “out”
Per adesso gli spazi espositivi sono compresi nell’area pur sempre limitata che occupa un hotel; in futuro chissà. Sono stand alla buona, essenziali (con lettere adesive nere e tutte uguali a indicare l’espositore) piazzati all’interno dello stabile, parte al piano terreno e parte al primo piano, tutt’attorno al grande salone che altrimenti ospita congressi, incontri d’affari, convention e non di rado matrimoni, feste per ricorrenze. Quello che si “stacca” dagli allestimenti talvolta scenografici e anche dispendiosi delle analoghe fiere europee, è il modo tutto fantasioso dei partecipanti di mostrare arredamenti, oggetti, programmi turistici, legati profondamente al territorio e studiati da chi questo territorio conosce a fondo. Come dire: venite qui, che a rendervi partecipi delle nostre ricchezze paesaggistiche e naturalistiche, presentate magari in maniera stravagante, ci pensiamo noi!
La “Sanganai”, come viene da tutti chiamata, offre in definitiva – adottando modelli espositivi necessariamente uniformati – qualcosa di diverso e di essenziale che appartiene alla cultura del paese. Va da sé che nello Zimbabwe ci si può inebriare di meraviglia percorrendo paesaggi grandiosi, ricchi di una flora non di rado endemica e popolati, soprattutto, da una fauna sbalorditiva, libera, protetta. Ed è su queste realtà che gli operatori locali puntano. Lo Zimbabwe, assieme a Botswana, Malawi e Zambia, dispone di un “zoo” naturale che in altri paesi, turisticamente più evoluti (Kenya, Tanzania, Namibia, Sud Africa per citarne alcuni) è sin troppo a contatto con l’uomo e le sue invadenze.
Messaggi turistici “nature”
Come attrarre l’attenzione dei visitatori, tra gli stand dell’hotel e le tende dell’esterno? Ci sono i filmati, i depliant, le foto. Ma le tende che organizzano safari presentano anche leoni, bufali e babbuini impagliati, tutti rigorosamente “antichi”; lo si capisce dalle pelli animali, piuttosto malandate e quindi più volte utilizzate! Altri stand che presentano le attività turistiche delle savane, pullulano di ragazze in fantasiosi costumi e copricapo, ciascuna con le piccole storie di uomini e animali da raccontare. La caratteristica femminile della fiera del turismo di Harare emerge poi prepotentemente. E’ un piccolo esercito di autentiche bellezze nere, quello che popola la Fiera. Alcune di forme abbondanti, molto apprezzate dagli uomini del luogo, altre giovani e belle in assoluto, fasciate di abiti colorati e aderenti, ben truccate, tutte o quasi arrampicate su tacchi da vertigine. Sciamano felici e sorridenti dappertutto, dando un tono di giovanile freschezza alla Sanganai.
Gironzolando per la fiera (“in” e “out”) si possono notare altri “richiami” originali.
L’Esercito dello Zimbabwe ha uno stand, con tanto di militari in perfetta tenuta mimetica, che mostra a un gruppo di giovani le armi e gli strumenti in dotazione alle forze armate, non disdegnando alla fine la rituale foto di gruppo. Chi si occupa del turismo ferroviario “leisure” ha pensato bene di mettere davanti alla tenda un treno in miniatura (locomotiva a vapore e tender) a certificarne l’attività.
Un grande hotel di Harare ha esposto nello stand del piano terra un enorme letto matrimoniale, completo di tendaggi a baldacchino e abat-jour; il “lusso” si promuove anche così! Sui prati fanno bella mostra di sé gommoni fuoribordo, automobili (compreso l’ultimo modello Alfa Romeo nello stand dell’Ambasciata italiana), autobus, fuoristrada per le scorribande nella savana e nelle zone più impervie del paese. Non ci sono chioschi per gelati o per lo zucchero filato come nelle nostre feste paesane, ma in compenso sono tanti i box tendati che propongono cibi cinesi, specialità locali ammannite da una piccola schiera di cuochi biancovestiti.
Un Safari, mille Safari
Certo è che il paese conserva alcuni caratteri di “africanità” che risultano evidenti anche a chi ha già visitato questo continente, unico per l’immensità dei suoi panorami, per le atmosfere così eccitanti che il vivere moderno, in certe zone, non riesce ancora ad intaccare, per la genuinità e spontaneità di chi lo abita. Gli abitanti di ZIM (così sintetizzano Zimbabwe) possiedono poi il dono di saper offrire con misurato orgoglio le molte attrattive della loro terra, insieme ad una ospitalità che è sempre spontanea e gentile.
La schiera delle compagnie che propongono safari (fotografici), che dispongono di lodge e campsite, nei quali l’avventura e le scoperte del mondo animale sono rese più accessibili da strutture confortevoli e talvolta addirittura lussuose, si sprecano. Insieme alle strutture, c’è poi l’universo motorizzato della mobilità sul territorio: piccoli aerei Cessna, elicotteri, fuoristrada per ogni esigenza, pulmini e, per le rotte meno impegnative, autobus gran turismo, vere cittadelle viaggianti. Le diverse realtà geografiche e di comunicazione dell’Africa richiedono tali “specializzazioni” che in altri paesi sarebbero superflue. Per vedere tutto, bene e in sicurezza, occorrono mezzi adeguati e la Fiera Sanganai offre una scelta davvero imponente, grazie alla vivace concorrenza tra i vari operatori.