«Si dice che molti uomini abbiano una seconda vita. Io sono uno di loro. Il mio nome è Furio Guerri». Furio Guerri ha un buon lavoro, una bella casa, una moglie stupenda, una figlia dolcissima. Ma a Furio Guerri non basta. Ha fame, e vuole prendersi tutto, perché Furio Guerri non è come gli altri: lui è un mostro.
Dentro è come un fiume sporco: torbido e lento in superficie, vorticante e fangoso al fondo; incosciente delle propria pericolosità, cerca di convincersi che sta solo facendo il bene della sua famiglia quando invece non fa altro che assecondare le sue pulsioni sadiche e manipolatorie. Adora stringere il guinzaglio, solo per avere il potere di esercitare la propria forza, con voluttà. A questo si somma la frustrazione e la pressione sociale della provincia, la coscienza della superiorità della propria tempra, la sete di potere.
Ma è un gran lavoratore, Furio Guerri, un marito e un padre perfetto, uno con le idee chiare, uno che sa ispirare fiducia. Eppure due volte alla settimana sta lì, su una panchina, a guardare di nascosto le ragazzine di una scuola superiore, tessendo con pazienza la sua tela intorno a lei, la ragazzina difficile che nessuno in classe sopporta più. Perché se vuole una cosa Furio Guerri se la prende.
Una storia spietata, che conduce il lettore nei meandri più oscuri della mente del mostro, narrata con devastante lucidità.