I trecento giorni di Napoleone all’Elba
Da non dimenticare che l’isola d’Elba è fortemente legata al ricordo di Napoleone che la scelse tra le isole propostegli (la sua Corsica e Corfù) per i fatidici trecento giorni del suo esilio. All’Elba sono ancora vivi i suoi ricordi nelle due residenze (la palazzina dei Mulini e Villa San Martino), frequentate ogni anno da migliaia di visitatori. Notevoli furono le migliorie che apportò all’economia dell’isola: costruì strade, riorganizzò l’estrazione del ferro, incrementò la produzione e l’esportazione del vino, dando notevole impulso all’agricoltura.
I Relais presenti nell’isola d’Elba sono: l’Hotel Sant’Andrea (www.hotelsantandrea.com), associato già da qualche anno alla catena alberghiera, si trova sulla costa settentrionale dell’isola a circa 30 km da Portoferraio e La Tenuta delle Ripalte di Capoliveri (www.tenutadelleripalte.it), situata sull’estremità sud-orientale dell’isola.
In Italia 22 strutture
Nella nuova guida 2013 della catena di hotel di charme francese (www.relaisdusilence.com), sono inserite tutte le 200 strutture alberghiere, distribuite in dieci paesi europei e sono comprese le 22 presenti in Italia, tra queste ce ne sono tre nel sud Italia che sono entrate a far parte della catena francese Relais du Silence di Seh, il primo gruppo cooperativo europeo multimarca di alberghi indipendenti. Si tratta del Relais Pian delle Starze a Marina di Camerota, nel cuore del Parco nazionale del Cilento e Vallo di Diano, un vero e proprio tempio bio – gastronomico che si rifà alla cucina tradizionale e mediterranea, il Mirador Resort situato in Puglia a Laureto, una frazione di Fasano e La Tenuta delle Ripalte di Capoliveri nell’isola d’Elba. La diversità delle architetture e della posizione ne fanno un insieme dal fascino assolutamente unico. Per Stéphane Barrand, direttore generale della Seh, il controllo continuo delle strutture è essenziale per far rispettare l’ecosistema. «In un ambiente propizio alla meditazione – afferma Barrand – si potrà ritrovare se stessi circondati da una natura incontaminata, rassicurante e distensiva».
Tenuta delle Ripalte
La Tenuta delle Ripalte, di proprietà oggi di Paolo Ederle, si avvale della direzione di Riccardo Pironi. Si arriva dopo aver attraversato la cittadina di Capoliveri e dopo nove chilometri di strada panoramica e sterrata che oltrepassa le miniere di Monte Calamita. Esse hanno una storia millenaria da raccontare, dal tempo degli Etruschi fino all’anno di chiusura avvenuta nel 1980. Il giacimento si affaccia sulla punta del monte, accanto alla baia di Remaiolo, una delle spiagge più famose dell’Isola d’Elba, fa parte del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano ed è protetta dall’Unesco per la varietà e la qualità dei suoi minerali. All’Elba ci sono ben 150 minerali diversi, molti sono nascosti proprio nelle rocce della montagna, sulle rive delle spiagge e nelle miniere. Esperte guide sono pronte ad accompagnare a scoprire la terra del ferro, dei cristalli e del mare. La Tenuta delle Ripalte di 450 ettari è poco distante ed è caratterizzata dal colore della terra ricca di ferro che contrasta con le verdi chiome dei pini. È circondata da 12 chilometri di costa, con spiaggette, cale e scogliere. Nel cuore di un verde altopiano sorge la villa ottocentesca, che fu dimora estiva dal 1896 del marchese Tobler che amava la coltivazione della vite. L’intero comprensorio, che rappresentava la più grande azienda agricola dell’Elba, fu poi abbandonato dai successivi proprietari e solo nel 1977 fu rilevata dall’attuale società “Tenuta delle Ripalte” che la trasformò in struttura turistica.
Le cinque fattorie agricole e la villa padronale furono ristrutturate con le altre ville vicine. La Tenuta oggi può contare su quindici ettari di nuove vigne che producono l’Aleatico, il passito della tradizione elbana, il vermentino, il rosso, nonché l’ultimo nato, il “Rosato delle Ripalte”, prodotto da uve “aleatico”. Fiore all’occhiello della Tenuta è il Ristorante Calanova, affidato alla cura dello chef veneto Matteo Cantarella, che consente di pranzare e cenare all’aperto all’ombra di antiche querce di sughero.
(13/05/2013)