Venerdì 11 Ottobre 2024 - Anno XXII

Il fascino del Delta del Po

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Scoprire in maniera “lenta” la varietà suggestiva del Delta del Po, tra acqua, terra e storie di uomini. In bici, a piedi, in canoa, in barca o a cavallo nella Natura

Delta del Po Un'elegante coppia di fenicotteri rosa (Foto Michele Pietrangelo)
Un’elegante coppia di fenicotteri rosa (Foto Michele Pietrangelo)

Camminare è la grande avventura, la prima meditazione: è un addestramento del cuore e dell’anima”, così scrive Gary Snyder “Nel mondo Selvaggio”.

Ad ogni epoca e ogni generazione, quando ci sono momenti di crisi, si cerca di fuggire dagli interessi materiali. In tanti si sono incamminati verso oriente per ritrovare o riconquistare un equilibrio con se stessi. A volte però ciò che si cerca lontano è portata di mano o, meglio, di piede. È la sensazione che ho provato trascorrendo un lungo fine settimana nel Delta del Po. Un paesaggio apparentemente monotono che ha rivelato una particolare, straordinaria varietà e vivacità.

Terra e acqua, canneti e dune sabbiose, casoni bassi che segnano l’ampiezza delle distese acquatiche, valli e prati salmastri. E poi, all’improvviso, aironi e cormorani che si alzano in volo. Fenicotteri rosa elegantemente intenti ad esplorare gli specchi d’acqua. Folaghe e garzette, nutrie e tartarughe che si intuiscono dai cerchi concentrici disegnati sotto la superficie dell’acqua. Questa è solo una parte dell’ampia area del Delta del Po. Un’area Patrimonio naturale dell’Unesco, situata nell’alto Adriatico. Il Delta del Po e distribuito su due parchi regionali e due regioni: Veneto ed Emilia-Romagna e su tre province Rovigo, Ferrara e Ravenna.

Itinerari “lenti” senz’auto e fretta

Delta del Po Luoghi che si prestano a essere scoperti anche in bici
Luoghi che si prestano a essere scoperti anche in bici

La scoperta di luoghi a me poco conosciuti del Delta del Po romagnolo è stato possibile, per opera del GAL Delta 2000 e del progetto Itineradelta, una interessante proposta di itinerari che permettono di scoprire “in lentezza” questo straordinario paesaggio naturale e umano. Sono itinerari da percorrere senza fretta e nel pieno rispetto dell’ambiente. Ecco dunque la soluzione fondamentale dell’intermodalità, che evita il più possibile l’utilizzo della macchina privata a favore di mezzi alternativi a percorribilità “lenta”: ecobus, bicicletta, barca, canoa e cavallo, oltre, ovviamente, alle passeggiate a piedi.

Si scopriranno così panorami insoliti che sfuggono al turista frettoloso, panorami di terra e di acqua ricchi di una storia stratificata. E i racconti animano questo incredibile paesaggio della Pialassa Baiona nel ravennate: una laguna che alterna ampi specchi d’acqua aperti a prati salmastri, canali artificiali, depositi di sedimenti e vaste distese limose. Le acque dei chiari hanno bassa profondità, con fondali melmosi o sabbiosi, parzialmente affioranti durante le basse maree.

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Il Delta del Po vive così di paesaggio naturale e culturale 

Delta del Po Interno della casa museo di Vincenzo Monti
Interno della casa museo di Vincenzo Monti

Ad Alfonsine, nei dintorni di Argenta, si celebra il nome di Vincenzo Monti, poeta minore forse, rispetto ai grandi dell’800, ma che ebbe il suo momento di gloria e fu ricercatissimo da nobili, papi e cardinali. La sua casa di Alfonsine trasmette l’immagine di un giovane nato da famiglia numerosa in un piccolissimo centro, smanioso di fuggire e farsi strada nelle grandi corti delle capitali. Vicino ad Alfonsine il Museo delle valli di Argenta, nel Casino di Campotto, documenta l’evoluzione dell’ambiente naturale e gli interventi dell’uomo in un’area caratterizzata dalle acque.

La sezione antropologica propone il tema del lavoro e del millenario rapporto tra l’uomo e la Valle: lo scariolante con la carriola e la vanga; il paraduro estense impiegato nella bonifica per scolo naturale; il vallarolo con gli arnesi per la raccolta delle erbe palustri; la barca col “paradello” e il “tramaglio” per la pesca; gli utensili dell’economia domestica e per la produzione dei manufatti in canna palustre, inclusi quelli più complessi per i tetti delle capanne e la fabbricazione delle scope.

Piante, pesci e rettili rari 

Delta del Po Foresta allagata di Punte Alberete
Foresta allagata di Punte Alberete

Altri paesaggi tipici della zona, poco apprezzati dai turisti perché vanno compresi, sono le Dune “vive” relitte, che si trovano tra gli abitati di Punta Marina e Marina di Ravenna, Riserva Naturale dello Stato, presentano una vegetazione con comunità di specie perenni, con aspetto di prateria più o meno densa. La Foresta allagata di Punte Alberete, invece, è un territorio davvero unico. Salici, Frassini, Pioppi, Olmi, Ontani, alternati, nelle bassure, da ampi specchi d’acqua all’interno dei quali predominano lamineti a ninfea bianca, saliceti e giuncheti.

Fra le rare piante palustri le fioriture più vistose sono di orchidee, iris giallo, giunco fiorito. Pesci, rettili, fra cui la testuggine palustre, anfibi, rane, rospi, tritoni, insetti, molluschi e rare specie di uccelli popolano la grande garzaia di Punte Alberete che ospita l’airone rosso, bianco e cinerino, la sgarza ciuffetto, l’ibis mignataio, simbolo dell’Oasi.

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Contadini e operai, memoria delle bonifiche

Consorzio di Bonifica Renana
Consorzio di Bonifica Renana

Mentre l’interessantissimo Museo della Bonifica, nel cantiere idrovoro del Saiarino, è un bell’esempio di archeologia industriale e, al contempo, di cantiere di lavoro attivo. Racconta la storia e l’attività del Consorzio di Bonifica Renana che controlla e presidia il vasto sistema di canali, casse di espansione e porte vinciane, disseminati in un vasto territorio compreso tra l’Appennino bolognese e il mare Adriatico. Si scoprono le macchine utilizzate nelle grandi escavazioni e prosciugamenti eseguiti fino a tutta la prima metà del XX secolo, le enormi pompe in stile liberty dove sei imponenti idrovore, quelle originarie del 1925, sono ancora in funzione, attivate oggi con i più avanzati sistemi dell’automazione meccanica.

Non solo grandi nomi di eroi e di poeti, dunque, ma anche le masse anonime di contadini ed operai, che hanno trascorso la loro vita lavorando duramente su queste terre, meritano ricordo e attenzione. Sono ad esempio gli addetti alla pesca e alla lavorazione dell’anguilla, che per anni è stata la risorsa fondamentale e fonte di sopravvivenza per gli abitanti delle valli di Comacchio. Queste costituiscono il più vasto complesso di zone umide salmastre della regione Emilia Romagna, con enormi bacini, come quelli delle valli Fossa di Porto, Lido di Magnavacca, Valle Cona, le Saline di Comacchio, Valle Fattibello e Spavola, Valle Capre.

Anguille, acciughe e acquadelle. I tesori dell’acqua

Manifattura dei Marinati
Manifattura dei Marinati

Le escursioni in barca nelle Valli, di per sé già molto suggestive, portano a visitare i famosi casoni in cui si svolgeva per tutta la stagione invernale la permanenza degli uomini addetti a questa lavorazione. Grigiore, umidità, freddo e nebbia connotavano questo lavoro, condotto in condizioni difficilissime, lontani dalle famiglie. Il risultato era la raccolta di quintali di anguille che poi venivano lavorate nei casoni del cosiddetto Lavoriero. Per capire a fondo la lavorazione dell’anguilla, si può visitare a Comacchio la Manifattura dei Marinati, un complesso manifatturiero dei primi del Novecento, che oggi è diventato un museo/laboratorio in cui l’anguilla trova la sua celebrazione gastronomica sotto l’egida di Slow Food.

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Nel periodo autunnale è possibile vedere l’intero ciclo di lavorazione di acciughe, acquadelle e soprattutto anguille, con la preparazione che viene fatta nella Sala Fuochi e prevede quattro fasi principali: il taglio, la spiedatura, la cottura ed il confezionamento. Nella sala superiore vengono proiettati audiovisivi, che fanno rivivere il passato della città, del territorio e delle valli. Un patrimonio oramai storico è legato alle numerose “Maròte” presenti all’ingresso e all’interno nel Centro Visite, tipiche imbarcazioni vivai a fondo piatto, caratterizzate da fori e fessure sul fondo e lungo le fiancate.

Presidio Slow Food

Anguilla marinata
Anguilla marinata

Oggi, oltre che sede del Laboratorio del Presidio Slow Food dell’ “Anguilla marinata tradizionale delle Valli di Comacchio”, è centro visita tematico del Parco del Delta del Po, per il quale il Parco ha vinto il “Premio del Paesaggio del Consiglio d’Europa 2010/2011”.

Nel nostro girovagare per il Delta, non dimenticheremo Comacchio, definita anche la piccola Venezia. Sorta dall’unione di tredici piccole isole, cordoni dunosi litoranei, formate dall’intersecarsi della foce del Po di Primaro col mare, Comacchio è una tipica città lagunare, con le acque che la percorrono in lungo e in largo e per un certo tratto la cingono come un tempo, quando la si poteva raggiungere solo navigando. Pittoresca ancora oggi, soprattutto se percorsa in barca, ha il suo centro inconfondibile ai Trepponti, l’architettura simbolo della rinascita urbanistica secentesca. Dall’alto della costruzione si scorgono in perfetta simmetria le case basse e variopinte della città che si riflettono sui canali.

Info: www.deltaduemila.net

www.parcodeltapo.it

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