Lunedì 29 Aprile 2024 - Anno XXII

Sudafrica agro-dolce

Un miscuglio di sapori dolci e agro-acidi, di ingredienti africani e spezie indonesiane all’europea. La cucina sudafricana è tutta una scoperta. Chef Boris ci racconta la ricetta del “bobotjie”, il piatto nazionale

I sosaties, spiedini marinati in una salsa al curry
I sosaties, spiedini marinati in una salsa al curry

L’altra sera Chef Boris stava leggendo un libro sulla Nuova Zelanda e gli è venuto in mente di parlare della cucina del… Sudafrica! L’aggancio era la storia di una partita di Rugby nel 1981 tra gli All Blacks e i Bokkes finita con violenti scontri tra i poliziotti neozelandesi e i dimostranti anti-apartheid. Ma questa è un’altra storia… Anche la cucina sudafricana è una combinazione di sapori, esattamente come le etnie che compongono questo vasto Paese. In oltre 400 anni di storia del Sudafrica le influenze sono state fortissime. I primi abitanti del Sudafrica, i Khoisan erano dei cacciatori, solo in seguito si sviluppò l’agricoltura con l’introduzione di diverse piante, specialmente il mais che è la base dell’allimentazione della comunità nera: pannocchie bollite, o cotte alla brace (i malies) Ma anche la krummelpap, una specie di polenta di mais che accompagna piatti di verdura.

Gli Afrikaaners erano (e sono) grandi consumatori di carne. Con l’agnello preparano i sosaties che sono degli spiedini marinati in una salsa al curry, con il maiale si fanno boerewors, delle salsicce speziate. Con tutte la eltre carni possibili e immaginabili organizzano i braaivleis cioè delle grandi grigliate, come dice la parola stessa in afrikaans composta da braai che significa grigliare e vleis, che significa carne. Qualunque animale è buono per finire sulla griglia, manzi, pecore e, soprattutto la selvaggina delle savane: gazzelle, facoceri, springbooks, koudou, struzzi…

Un piatto di bobotjie
Un piatto di bobotjie

La “vera” cucina sudafricana è quella Malay, influenzata dalle tradizioni culinarie dei colonizzatori olandesi e inglesi, dei mercanti arabi, dei marinai portoghesi, degli schiavi provenienti dalla Malesia e da Giava. Un miscuglio di sapori dolci e agro-acidi; di ingredienti africani e spezie indonesiane cucinato all’europea, provocato dal fatto che nel XVII secolo Città del Capo era un’importante base di approvvigionamento tra l’Olanda e le Indie e qui affluivano le spezie orientali ma anche gli schiavi dall’antica Batavia con la loro cucina. Tipico esempio è il bobotjie, una ricetta originaria di Giava, che è diventato il piatto nazionale del Sudafrica. Ecco la ricetta

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La ricetta del Bobotjie

Ingredienti (per sei persone)

800 grammi di carne tritata di vitello e manzo

due manciate di uvetta

2 cucchiai di marmellata di albicocche

2 cucchiaini di curry dolce

2 chiodi di garofano

2 pizzichi di zenzero in polvere

2 pizzichi coriandolo

2 pizzichi curcuma

2 spicchi di aglio

2 cipollotti

foglie alloro (o limone)

2 uova

2 bicchieri di latte

2 fette di pane bianco secco

1 cucchiaino di zucchero

Sale q.b.

25 grammi di burro

fette di limone

 

Preparazione
Bagnare il pane con mezzo bicchiere di latte. In una casseruola lasciare imbiondire nel burro il cipollotto tagliato a fette sottili e l'aglio tritato. Aggiungere la carne, mescolare, salare e lasciare prendere colore, poi aggiungere il curry, lo zenzero, i chiodi di garofano, due o tre foglie di alloro, lo zucchero, la marmellata di albicocche e l’uvetta. Schiacciare il pane e unirlo alla carne. Lasciare cuocere coperto per una decina di minuti, intanto sbattere le uova con due o tre cucchiai di latte. Volendo si possono aggiungere uno o due cucchiai di farina per addensare il composto. A questo punto, riempire una pirofila da forno con la carne, posizionare ai lati due fettine di limone e coprite con il composto di uovo e una foglia di alloro sulla superficie. Passare in forno a 180° per circa mezzora.

(12/07/2013)

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