Quando prendiamo un taxi in una città che non è la nostra, di cui non conosciamo neanche vagamente le tariffe, “la sorpresa è dietro l’angolo”. Lo rivela un’inchiesta condotta da Altroconsumo in 10 città italiane (Milano, Roma, Napoli, Torino, Firenze, Genova, Bologna, Bari, Palermo e Cagliari): l’Associazione ha analizzato il servizio taxi percorrendo in totale 230 tratte. Per 38 volte hanno fatto pagare corse più care del dovuto. Il 17% dei tassisti dell’inchiesta non ha applicato la tariffa corretta. A Napoli 9 volte su 12 è stata gonfiata la tariffa di 16 euro fissata dal comune nella tratta stazione-aeroporto. Molto “sbadati” anche il 48% dei tassisti a Palermo, il 39% a Napoli, il 22% a Bari e il 17% a Cagliari. Nel complesso si salvano solo Roma, Milano, Genova e Bologna. Iniziamo dal tarriffario e tassametro, che sono gli strumenti di trasparenza, da esporre ben visibili al cliente: in 77 casi su 230 il tariffario non era ben visibile, e in 15 di questi nemmeno il tassametro.
La città peggiore sotto questo profilo è Bari: 19 casi di tariffario assente, uno abbinato a tassametro non visibile. Non è andata molto meglio a Palermo: 17 casi di tariffario assente su 23, in 12 con tassametro non visibile. Male anche Milano dove 15 taxi su 23 non avevano il tariffario visibile a bordo. Cosa fare, quindi, quando si ha bisogno di un taxi in una città diversa dalla nostra? Il primo consiglio è quello di informarsi prima sulle tariffe previste e, se qualcosa va storto, per esempio il tassista aggiunge supplementi non previsti, si deve fare reclamo agli uffici del Comune. Spetta proprio alle amministrazioni vigilare sulla correttezza delle tariffe. Fonte: Helpconsumatori
(04/10/2013)