Venerdì 26 Aprile 2024 - Anno XXII

Viaggiatori responsabili in Senegal

Viaggiatori responsabili Senegal

Un Paese molto amato dagli italiani da scoprire con un occhio diverso, quello del turista responsabile. S’intitola proprio “Il viaggiatore responsabile”, Infinito Edizioni, il libro che vi suggeriamo questa settimana. Una guida al viaggio e alla conoscenza di dodici Paesi in tre continenti. Un invito a sperimentare un “altro” turismo in Africa, Asia, Medio Oriente e America Latina

Viaggiatori responsabili

Si sa, il Senegal è destinazione assai popolare tra i turisti italiani, che siano desiderosi di puro svago oppure sulle tracce di quella spiritualità sincretistica che fonde l’Islam con riti ancestrali, che siano animati da slancio solidaristico verso i diseredati di Dakar o incuriositi da musicisti rastafari… Insomma, ce n’è per tutti i gusti e, di conseguenza, quelle descritte in queste pagine sono solo alcune delle esperienze possibili durante un viaggio in Africa occidentale, che – a patto di includere nel programma una puntata nella regione meridionale della Casamance – vi porterà a visitare anche il negletto Gambia (The Gambia, nella versione ufficiale), Paese-enclave racchiuso nel Senegal per ragioni storiche e geopolitiche.
Il Paese portato all’indipendenza nel 1960 dallo statista-poeta Leopold Sedar Senghor è, tra quelli africani, uno dei maggiori destinatari delle attenzioni occidentali (non sempre disinteressate), vuoi per la politica di apertura e collaborazione con l’Europa adottata dalla classe dirigente locale, vuoi per gli storici e consistenti flussi migratori verso i Paesi del Mediterraneo settentrionale: in Italia l’epiteto vù cumprà (con cui ormai gli stessi immigrati si definiscono) ha avuto origine proprio dall’onomatopeica attività commerciale svolta da centinaia di ragazzi senegalesi che percorrevano incessantemente le spiagge del Belpaese con borsoni a tracolla colmi di mercanzia non esattamente di marca. Altri, invece, faticano 10-12 ore al giorno a raccogliere pomodori nei campi rosolati dal sole e tormentati dalle varie mafie che ammorbano un altro Sud, quello d’Italia.

Viaggiatori responsabili per turismo responsabile

Viaggiatori responsabili Paesaggio di Casamance, nel sud del Paese
Paesaggio di Casamance, nel sud del Paese

Da questa attività capillare e ormai pluridecennale sono scaturiti vari itinerari di turismo responsabile per viaggiatori responsabili, come quello di un tour operator di Torino, la cui caratteristica principale è il cosiddetto turismo integrato: l’alloggio dei turisti, per una buona parte dei pernottamenti, avviene presso famiglie appartenenti ai Groupement d’Intérêt Économique (organismi parasocietari il cui scopo statutario è il miglioramento delle condizioni di vita e lo sviluppo culturale, sociale ed economico del proprio territorio) con cui collaborano alcune Organizzazioni non governative (Ong) italiane.
Il ruolo delle comunità locali nel rapporto con i turisti non si limita a pasti e pernottamenti: viene organizzato un fitto programma di attività culturali (stage di percussioni, serate di danze e canti tradizionali, escursioni in piroga), condivise con membri della famiglia di accoglienza. Le famiglie coinvolte vengono appositamente selezionate e formate dai Groupement locali che gestiscono i guadagni derivanti dall’attività promuovendo interventi di interesse comunitario. Con un po’ di spirito di adattamento, viaggiare in questo modo fornisce l’occasione per immergersi a fondo nella realtà senegalese; inoltre, come sempre nei circuiti di turismo responsabile, l’incontro con la vivace realtà locale si completa con gli aspetti storici e naturalistici dell’itinerario: Saint-Louis, fascinosa città coloniale; il delta del fiume Sine-Saloum; la capitale e la Pétite Côte; i parchi nazionali di Djoudj e di Niokolo Koba; la Casamance.

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Viaggiatori responsabili
Il viaggiatore responsabile di Roberto Dati, Infinito Edizioni, 208 pagine, prezzo: 6,90 euro

Ci sono poi, per fortuna, persone con un destino migliore, come Mamadou, che lavora a Bolzano con un’associazione di commercio equo che, tra le altre cose, supporta un progetto di artigianato tessile – bogolan – realizzato da donne. Sta di fatto che i rapporti tra il nostro Paese e il Senegal, indubbiamente uno dei più vivaci e interessanti dell’Africa nera, sono piuttosto intensi, facilitati anche da una discreta organizzazione generale (almeno a confronto con il resto del continente) e da una relativa semplicità nel viaggiare anche da soli: i collegamenti tra i centri principali sono assicurati dalla rete dei trasporti privati su gomma, che si avvale di 7-places (le vecchie Peugeot 505 costituiscono l’ossatura del sistema dei trasporti del Senegal), minibus e grandi autobus. – questi ultimi sono i peggiori, più lenti e affollati.
Anzi, spostarsi ed entrare in relazione con gli autoctoni fa parte del divertimento: un viaggio in compagnia di una famiglia senegalese a bordo di uno dei mezzi sopra menzionati può rivelarsi un’esperienza indimenticabile! Fertile terreno hanno quindi trovato gli attori della cooperazione internazionale, impegnati qui nella realizzazione di diversi progetti di sviluppo.

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