Domenica 28 Aprile 2024 - Anno XXII

Storia, natura e sapori della Vallarsa

Vallarsa Trambileno

Viaggio tra le Valli del Leno e le Piccole Dolomiti. Un territorio del Trentino ancora selvaggio e poco conosciuto. Tra natura e prodotti tipici, tutto è pronto per ricordare i cento anni dalla Grande Guerra. Itinerari a piedi e in mountain-bike tra camminamenti, trincee e forti costruiti nel cuore della montagna

Vallarsa Trekking tra le montagne teatro della Grande Guerra
Trekking tra le montagne teatro della Grande Guerr

Con l’arrivo dell’autunno non tramonta la voglia di mettersi in viaggio. Montagna, storia e gastronomia sono state le tre parole che ci hanno condotto a fare un’escursione in Trentino. Ci siamo recati in Vallarsa e nelle Valli del Leno, alla fine di settembre. Tre giorni nella natura a scoprire un angolo di Trentino unico, selvaggio, ancora poco conosciuto.

Il motivo di questa tre giorni è stato la vigilia del centenario della Grande Guerra che in questo territorio cade nel 1914. Il Trentino allora faceva parte dell’Impero austro-ungarico e confinava con il Regno d’Italia, che entrò nel conflitto nel 1915.

Viaggio nella memoria

Vallarsa Gallerie di collegamento scavate nella roccia
Gallerie di collegamento scavate nella roccia

Il Patto Territoriale del Leno e Vallarsa sono impegnati, con i comuni e le associazioni del territorio, in un importante progetto. Creare degli itinerari sulle orme del primo grande conflitto mondiale. Tutte le risorse turistiche sono state mobilitate per accompagnare e far conoscere a turisti, escursionisti, scolaresche e visitatori le numerose testimonianze che sul territorio, ancora evidenti a distanza di cento anni. Sono state recuperate trincee e camminamenti e i forti sono stati ristrutturati. Un importante lavoro è stato svolto dall’Associazione Pasubio 100 Anni che ha mappato e trasferito su supporti informatici e digitali i percorsi che aiuteranno il turista a scoprire i luoghi delle grandi battaglie. Ma ascoltare anche le lettere di soldati, alcuni famosi, che hanno prestato servizio in Vallarsa. Tra i nomi illustri figurano Sandro Pertini, Giuseppe Ungaretti, Eugenio Montale. Quest’ultimo dedicò a quella sua personale esperienza la poesia “Vallorbia”, inserita nella raccolta “Ossi di seppia”.

Le Valli del Leno e le piccole Dolomiti
Storia, natura e sapori della Vallarsa

Le Valli del Leno sono un pezzo di Trentino poco conosciuto ma molto interessante. Si parte da Rovereto per allargare lo sguardo sui dintorni. A pochi chilometri in direzione sud-est ci ritroviamo nel cuore verde della Vallarsa. Le valli del Leno uniscono Rovereto alla provincia di Vicenza, un tempo zona di passaggio tra l’Italia e le aree austro-ungariche. Da qui si parte per escursioni a piedi e in mountain-bike. L’alta valle è circondata da cime di dolomia chiamate Piccole Dolomiti, sulla sinistra orografica; sull’altra sponda il Pasubio, dove corre il confine tra il Veneto e il Trentino; nel mezzo il Pian delle Fugazze.

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Formaggi di malga
Formaggi di malga

La ricchezza della Vallarsa si assapora soprattutto in tavola. La cucina di montagna attinge dalla genuina tradizione tirolese ed è valorizzata dal gusto e dalla fantasia degli chef italiani. Burro, formaggi, salumi e frutta sono gli assi della cucina, arricchiti dai vini autoctoni e da quelli confinanti della Vallagarina, dal Muller Thurgau al Marzemino.

La ristorazione delle valli, quindi, si muove su un binario di genuinità e di innovazione. Un esempio, che abbiamo sperimentato, è rappresentato dal ristorante “Il Bosco del Pini Neri” dove i titolari Mauro e Rita hanno saputo trovare una nicchia di estimatori per le loro proposte con prodotti rigorosamente di stagione provenienti dal territorio e dal loro orto.

Gastronomia e prodotti tipici

Geremia Gios, presidente del Patto Territoriale delle Valli del Leno
Geremia Gios, presidente del Patto Territoriale delle Valli del Leno

La nostra escursione è proseguita verso la Malga Zocchi dove abbiamo incontrato il professor Geremia Gios, presidente del Patto Territoriale delle Valli del Leno, che ci ha descritto una valle alpina, a tratti selvaggia, che ha saputo trovare nuovi equilibri, evitando lo spopolamento, con l’avvio di attività agricole e imprenditoriali ma anche aprendosi al turismo. “Accanto all’ambiente” – ha detto Geremia Gios – “la valle sa offrire una filiera di prodotti tipici unici, un’offerta enogastronomica originale e opportunità di svago e relax con trekking e passeggiate”.

Qui come in altre malghe si producono formaggi con latte di mucca e di capra dal gusto e dal sapore molto speciali perché gli animali pascolano liberi. Il latte crudo viene lavorato in malga come da tradizione, “senza aggiunta di additivi, e la stagionatura e l’affumicatura viene eseguita con metodi naturali”, precisa Gios. Quei formaggi li abbiamo mangiati e devo ammettere che il professore ha proprio ragione.

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