Arruolato da Veronica Portell – “responsable comunicaciòn” della Renfe, la Trenitalia di Spagna – nel viaggio “Camino de Santiago” sul Treno-Albergo “Al Andalus”, ecco il diario della bella gita (ça va sans dire, deluxe) di mezza estate.
Ryanair. Bergamo, capitale d’Irlanda
Sabato 20 luglio – In bus da Milano all’aeroporto di Bergamo (costava 10 euro, adesso 5 da quando un vettore onesto ha rotto il cartello di 2 colleghi più rapaci), anche in questo Duty Free, ovvio, prezzi più alti che in Faubourg Saint Honorè e Montenapoleone. Volo Ryanair a Zaragoza pieno, della loucost irlandese dì ciò che vuoi, ma non che non abbia favorito il turismo: chi compra per primo posti viaggia per poco, a bordo una ventina di giovinastri va Zaragoza a festeggiare un addio al celibato e (!) tornano domani (con le tariffe Iberia e/o Alitalia ciao Pepp). Notte nella capitale aragonese in un buon 3 stelle, il Principe, 30 metri dalla Plaza del Pilar, la doppia solo 50 euro, previo giro col mio amico Noe (con lui nel febbraio scorso si andò alla scoperta di tartufo nero nel sud Aragòn) in alcune tascas (bar pop che non se la tirano). In serata simpatica rappresentazione storica stradale offerta ai turisti dal Turismo di Zaragoza.
Benvenuti (ripetuti) col Rebujito
Domenica 21 – Lunga passeggiata fino alla moderna stazione di Delicias, costruita per l’Ave, a mezzodì, oltre al numeroso staff schierato fianco al Al Andalus, ci attende la già lodata Veronica con Josè Antonio Rodriguez, Responsable Trenes Turistico de Lujo e Marcelino Cortes Jefe de Expediciòn (che sarebbe poi il direttore del Treno-Albergo). Conosco Josè Antonio dai tempi del Transcantabrico, mitico Treno-Albergo della Feve operante nel nord della Spagna (nella precedente puntata ho informato sulla collaborazione commerciale da poco intercorrente tra Feve e Renfe). Non resta pertanto che festeggiare la rimpatriata con un primo Rebujito (rinfrescante drink da un po’ di tempo di moda in Andalusia e composto dal vino Fino, o dal suo gran rivale, la Manzanilla – che vuole anche dire camomilla, ma non in questo caso – con gazzosa, e i più chic vi aggiungono una fogliolina di menta). E altri Rebujito saranno testimoni delle presentazioni durante l’acto de Bienvenida, da cui la conoscenza degli altri, tanti (Renfe ha fatto le cose a lo grande) scribi invitati da tutto il mondo e ça va san dire più vip e capaci dello scrivente (basta poco).
Al Andalus albergo notturno
Al Andalus diventa albergo notturno nella stazione di Miranda, una delle tante, in Spagna se ne contano 7, questa, de Ebro.
Lunedi 22 – Da Miranda (de Ebro) si andrà ad Astorga, ma mi accorgo che per descrivere doverosamente a fondo una giornata così importante del mio giro su Al Andalus andrei ben oltre il minimo sindacale. Chiedo pertanto al cortese lettore di rinviare alla prossima puntata la sua gradita voglia di sapere (e non perda l’occasione, perché, viepiù confortato dalle coccole del sullodato treno-albergo, mi sono viepiù goduto la rivisitazione delle Medulas, dalle quali Roma – sempre notoriamente poco incline alla fatica – ricavò tanto oro necessario per i suoi ozi imperiali).
‘Periodistas’ da ogni dove
Oltre alla ovviamente numerosa presenza spagnola, eccomi (ma sempre hablando castellano, questa, la vera, attuale ricchezza della Spagna) diventare amico di Laura e Carlos, bravi periodistas nel mì Mexico lindo y querido (l’Excelsior è davvero un quotidiano “autorevole”, come un tempo dicevano i mezzibusto Raitivù del cairota Al Arham). Ecco poi di un venezuelano e (se sei in giro e ti guardi intorno, un argentino non manca mai) Jorgelina (piccola Giorgia) della Naciòn (altro quotidiano “autorevole”, stavolta di Buenos Aires). Né poteva mancare la stampa Yanquìi, da Yankees alias United States, in Messico più noti come Gringos da Grin (green, il verde del dollaro) e Go (andare, dopodiché i messicani invasi aggiungevano Home e ne risultava un invito-ingiunzione ai Marines ad andare fuori dalle balle). In effetti nel corso della gita ferroviaria Gerry Dawes risulterà un filino rompiballe ma non si invocò, ne si sperò in una sua cacciata, per l’alcolico motivo che a bordo de Al Andalus il sullodato periodista non solo presentava e commentava i vini ma pure se li faceva omaggiare a ogni fermata del treno dai massimi produttori delle zone attraversate. Wonderful Gerry, hic!
Tutti a bordo. Si parte!
Dopo un almuerzo (seconda colazione) e un giro per Zaragoza (potrei ormai farvi la guida ma non ho la patente) Al Andalus inizia il Camino. Cena a bordo, e datosi che si è forse mangiato meglio nel ristorante del Treno-Albergo che nei pur validi ristoranti scelti dalla Renfe nelle escursioni, si evince che ad appagare le mie papille gustative non poteva che provvedere uno staff gastronomico davvero in gamba; idem per il sumiller (la somiglianza del vocabolo mi consiglia di non precisare che trattasi del sommelier francese) bravo nella scelta dei vini quanto generoso nel porgerli (a proposito di alcolemie in Spagna, meglio non guidare bebidos, ciucchi, anche se di poco: hanno recentemente rincarato multe e rincrudito pene per chi non sa sopportare la sete).
La prima parte pubblicata il 14 novembre: Pellegrini a Santiago. A piedi? No. Con il treno Al Andalus