Andrea cosa ti ha spinto a lanciarti in questo progetto così originale?
Sicuramente il fatto di essere un egocentrico. Mentre suonavo con Renato Zero, Carmen Consoli, Nicolò Fabi, Max Gazzè, ecc., mentalmente già costruivo questo disco e in me cresceva la voglia di esprimere le mie idee di cantante e compositore.
Ci sono voluti anni però prima che ti decidessi?
Quest’album arriva dopo 15 anni di ricerche. E di tanti fai e disfa dovuti al fatto che sono molto critico con me stesso. Ho aspettato per una questione di maturità personale, ma anche perché solo dieci anni fa questo salto musicale tecnologicamente non sarebbe stato possibile.
E ora come ti senti?
Esausto, ma contento d’averlo fatto. Tutto questo arriva, infatti, dopo tanti anni di esperienza sul palco dove però non ero mai solo. C’era sempre la figura del cantante a “proteggermi”. Ora non è più così (dal vivo Andrea si esibisce nell’inedita formazione “duo2”, insieme al batterista Puccio Panettieri, ndr).
Dove hai trovato la forza per realizzare il tuo sogno?
La grande spinta me l’ha data mia moglie e mio figlio. Loro mi hanno dato grande coraggio e forza, mi hanno fatto credere nella mia musica. Mi hanno anche ispirato molto. La nascita di mio figlio è stata una scintilla creativa.
Non è un caso che a loro siano dedicati due pezzi del tuo album?
Sì, Claudia e Christian. Dietro a un artista c’è sempre una donna che ti porta a migliorare, a dare il meglio di te, a credere in quello che fai, a trovare fiducia nelle cose in cui credi, anche se rompono gli schemi. Lei è stata la mia Madonna.