Venerdì 22 Novembre 2024 - Anno XXII

In Messico, nella piccola e viva Tlaxcala

Dopo Città del Messico, ‘mostruosa’ super popolata e inquinata capitale, ecco le più piccole, ma non per questo meno interessanti, attrattive di questa cittadina, un tempo fiera avversaria degli Aztechi dominatori

Una piccola capitale ‘anti-Azteca’

Arte e artigianato di Tlaxcala. Foto: Ricardo Espinosa REO/CPTM
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Arte e artigianato di Tlaxcala. Foto: Ricardo Espinosa REO/CPTM
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Tlaxcala, poco più di100 km dalla Capital Federal dell’immenso Paese (lungostrada bella veduta del Popocatèpetl, Montagna Fumante, 5500 metri) la definirei “il contrario di Città del Messico” per vari motivi, tra cui quelli storici. Oggi piccola (meno di 100.000 abitanti) capitale dell’omonimo Stato, il più minuscolo dei 31 (più il D.F. Distrito Federal) della Repubblica federale, nei secoli precedenti l’arrivo dei Conquistadores le genti di quel territorio odiarono cordialmente il vicino impero Azteca e non vennero mai soggiogate. Non solo: dopo un’iniziale resistenza a Hernan Cortès, sbarcato sulla costa poco lontana, Tlaxcala (in Nauhatl: luogo delle tortillas di mais) si alleò con l’invasore (i nemici dei miei nemici …) e il suo territorio divenne testa di ponte spagnola che permise la conquista di Tenochtitlàn, Città del Messico. 

Nel ‘Palenque’ di Tlaxcala, spettacoli e galli ruspanti

Ricardo Espinosa REO/CPTM
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Tante – nello Stato di Tlaxcala – le ganaderias-allevamenti, e quindi tante le corridas  (e bella non meno che storica la Plaza, proprio sotto il Conjunto Catedralicio, in cui ho assistito a una pittoresca Charreria , sport nazionale messicano, in cui un jinete-cavallerizzo  eccelle solo se cavalca eccellenti cavalli). E sempre a proposito di folklore, che colpo di sedere (non credo che alla Konradtravel  abbiano curato pure questo dettaglio) nel ritrovarmi a Tlaxcala durante l’annuale Feria autunnale. Gran parte della notte  nel Palenque (l’arena, il posto dedicato a questo tipo di spettacoli) a godermi emozionanti combattimenti di ruspanti galli, prima, eppoi le canzoni di Edith Marquez, una grande (non meno che arcibella) della canzone messicana (beninteso accompagnata dai Mariachis, ça va san dire).

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Da quanto sopra si evince che quando la già citata Michela, dolcemente dirigente noi gitanti in nomine Konrad, mi disse che si doveva alzare i tacchi da Tlaxcala, non mi trovò per niente d’accordo. Ma fatti non fummo per viver come brutos, e la vida sigue …(come seguirà il racconto della gita, alle prossime puntate (Andale, andale, esclamò il noto Speedy Gonzales, beninteso messicano).

(09/01/2014)

Tlaxcala ‘colonial’: monumenti e canzoni

Ricardo Espinosa REO/CPTM
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Primo insediamento (e vescovato) spagnolo nella Nueva España, Tlaxcala (oltre a due interessanti siti archeologici, Cacaxtla e Xochitecatl, cultura Olmeca – Xicalanca, e al parimenti poco distante santuario de la Virgen di Ocotlàn, bella facciata churriguerresca) esibisce monumenti ‘d’epoca’, leggasi colonial. Su una collina, nel Conjunto Catedralicio (ex convento Franciscano de la Virgen de la Asunciòn) la chiesa ospita il primo pulpito del continente americano, nella Plaza de la Constituciòn (pure qui meglio noto come Zòcalo) il Palacio de Gobierno e quello de Justicia risalgono al XVI secolo. Ma Tlaxcala me gusta (da cui un’idea un filino bislacca per il turista-lettore perché non pernottarvi mentre si visita Città del Messico?) anche per altre motivazioni a cui non sono insensibile. E mi riferisco ai tori (nel senso di corride), alla cultura (Tlaxcala è città universitaria e in un bel museo incontri opere di Frida Kalho che lì soggiornò) e al folklore (è nel campo che nascono las canciones rancheras, e nel Messico, si sa, “hanno la musica nel sangue”) mentre, per quanto concerne il bere, trovo un po’ leggero il locale, preispanico Pulque  (succo del Maguey-agave, tra i 7 e i 18°, la prima descrizione risale a Bernardino de Sahagun, frate investigador de la cultura Nahua

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